Basta con questa storia che siamo la generazione che ha rinunciato all’amore, come se ci fossimo mai raccolti tutti quanti in una stessa stanza e avessimo sancito qualcosa del tipo: “Ebbene sì, ne abbiamo abbastanza delle relazioni sentimentali. Da oggi in poi useremo giusto un po’ Tinder. Ma, adesso, vogliamo darci una mossa? Ehi, mi stai oscurando la luce, sto cercando di fare una foto da pubblicare su Instagram!“.
Beh, non è così. La nostra generazione non ha rinunciato all’amore. Semplicemente, la maggior parte di noi non ha neanche mai fatto effettiva esperienza dell’amore: perciò, è piuttosto difficile che si possa rinunciare a qualcosa di cui si ignora l’entità. E non abbiamo nemmeno dimenticato come ci si innamora: come se potesse trattarsi di una pratica da apprendere grazie a qualche corso di formazione! Ancora una volta, non è così.
Amare richiede impegno e l’impegno richiede pazienza: entrambe cose per le quali i nati in questo secolo sembrerebbero non aver tempo. Ecco, di questi tempi è difficile avere del tempo, soprattutto se si hanno più impegni di natura diversa. Ecco perché esistono applicazioni che ci facilitano nella ricerca di un partner: per risparmiare tempo. Per semplificare tutto.
Perciò se qualcuno è pronto per affrontare l’amore dovrà allo stesso modo essere pronto a prendersi un impegno: e da cosa possiamo capirlo? Semplice, dal fatto che legga. Libri, sì, proprio quelli. Dall’inizio alla fine, senza saltare capitoli. Perché è facile iniziare un libro (un po’ come l’inizio delle storie d’amore, che in genere è una favola), ma leggerlo nella sua interezza è un altro paio di maniche. Quanti sono i libri lasciati a metà? Resistere e non abbandonare un libro, anche se è da 50 pagine che non ci piace più, è un segno di forza. Allo stesso modo, è facile saltellare da una relazione all’altra, ma rendere una storia duratura è un vero segno di forza.
Ebbene, in un articolo pubblicato su Psychology Today, Christopher Bergland spiega come la lettura ci renda più empatici: “leggere migliora la capacità del lettore di mettersi nei panni di un’altra persona, rende flessibile l’immaginazione“. La lettura, insomma, può apportare dei benefici alla nostra predisposizione ad attribuire determinati stati mentali a qualcuno, e dunque può portarci a comprenderne le credenze, i desideri, le intenzioni, anche quando sono diversi dai nostri.
Senza empatia, in effetti, nessuna relazione potrebbe durare. Perciò, smettiamola di condannare la nostra generazione.
Cominciamo, invece, a scegliere un libro.