Mentre le ultime campanelle stanno suonando e migliaia di liceali stanno già pensando alle vacanze estive, al mare, al sole e al puro divertimento, 500 mila maturandi sono in attesa di dare prova del proprio sapere e della maturità acquisita fino a oggi, rimandando il dolce far niente ai prossimi mesi. Tra i banchi di scuola i giochi si sono conclusi insieme alle ultime e stremanti interrogazioni.
Ora sono tutti in attesa del temuto 18 giugno, il giorno in cui si svolgerà la prima prova di uno degli esami più importanti nella vita di uno studente, l’esame di Stato. Si tratta dell’ultimo gradino di un lungo percorso, non solo scolastico. Un percorso di vita, fatto di crescita, di forti legami di amicizia nati tra i banchi di scuola, tra sorrisi e tante lacrime. Tra successi e delusioni, tanti sogni e il desiderio di essere finalmente liberi, gli studenti dell’ultimo anno di liceo sono pronti (chi più, chi meno) a oltrepassare uno degli ostacoli preparativi in vista di un futuro che non si prospetta di certo roseo dal punto di vista lavorativo, ma che è ora di affrontare.
Ma com’è cambiato nel tempo l’approccio dei liceali con l’esame di maturità?
La forte diffusione dei social network a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha facilitato la comunicazione e soprattutto la rapida diffusione delle notizie. Così si è subito a conoscenza delle materie d’esame e delle possibili tracce, ma anche dei nomi dei commissari esterni, che sono sempre i più temuti. Non solo, ora c’è la possibilità di trasformarsi in veri e propri detective alla ricerca dei loro profili social. Si fanno vere e proprie indagini per conoscere la loro preparazione, i gusti musicali e molte altre informazioni facilmente reperibili sul web o semplicemente per conoscere i loro volti. Su Facebook sono nati veri e propri gruppi in cui tutti gli studenti d’Italia si scambiano opinioni sui vari professori, sul loro carattere e sul comportamento che assumono in sede didattica.
I maturandi del passato sono stati invece meno fortunati da questo punto di vista, dovendo attendere il giorno dell’esame per scoprire tutte le carte. Eppure se da una parte queste possibilità sembrano esorcizzare almeno in parte il timore in vista dell’esame, dall’altra non riducono il quantitativo di ansia che si accumula a prescindere durante tutto l’anno e che si manifesta durante il periodo del pre-esame.
Il panico da maturità è uno stato normale che colpisce in maniera più o meno intensa i soggetti. L’effetto è dovuto non solo all’ansia da prestazione e al timore di stare al centro dell’attenzione, ma anche al fatto che questa prova coincida in un certo senso con un effettivo cambiamento di vita. La vita alle superiori è fondamentalmente semplice, spensierata nonostante il carico di lavoro da svolgere e le responsabilità che ne derivano.
E allora, come sopravvivere al periodo del pre esame, ma anche a quello della prova stessa? È necessario convivere con il timore, trasformandolo in una risorsa, senza perdere mai la fiducia nelle proprie capacità. In più bisogna non farsi condizionare troppo da questo evento e prepararsi per avere una soddisfazione personale.
È solo un ostacolo, che ci divide sì dalla vera vita, ma anche dall’ultima estate senza pensieri della nostra vita.