Perché leggere i classici Calvino: Il visconte dimezzato.
Oggi parliamo di un classico, un libro molto famoso di Italo Calvino.
Questo scrittore è stato il cardine portante delle mie letture d’infanzia, sono partita da Marcovaldo che è più o meno il termine di riferimento per tutti coloro che si avvicinano ai classici italiani.
Questo romanzo di Italo Calvino è forse uno dei più famosi: costituisce inoltre il primo tassello della trilogia di racconti fantastici “I nostri antenati”, insieme a “Il barone rampante” e a “Il cavaliere inesistente” che abbiamo già visto nei precedenti articoli.
Perché
leggere i classici Calvino: Il visconte dimezzato
Un nobile partecipa ad una guerra contro i turchi e viene colpito da una palla di cannone. Da quel momento il suo corpo risulterà diviso in due parti.
Inizialmente ritorna a casa la metà che si rivelerà essere quella maligna detta “il Gramo”.
Questa metà commette terribili atrocità: provoca la morte del proprio padre, attenta alla vita del nipote (che è il narratore dell’intero racconto), appesta la balia Sebastiana, compie gratuitamente altre azioni malvage.
Dopo qualche giorno ritorna in patria anche l’altra metà del visconte, quella che si credeva dispersa in guerra, ma che in realtà era stata recuperata sul campo di battaglia da due eremiti, che avevano provveduto a medicarla e salvarla. Questo lato del visconte era tanto buono quanto l’altro era malvagio.
Questa metà si potrebbe definire “buonista”: essendo eccessivamente buono il visconte si impicciava negli affari altrui e per questo riuscì presto a farsi odiare quanto l’altra sua metà.
I due mezzi protagonisti si innamorano della stessa ragazza, una pastorella di nome Pamela.
Entrambi vogliono sposarla e si arriva dunque al duello finale….
Perché leggere i classici Calvino: Il visconte dimezzato
Una scienza e una tecnica distaccate dall’umanità possono esserci di aiuto? Lo scoprirete leggendo questo libro.
Caratteristica di Calvino è la presenza nei suoi romanzi di due protagonisti contrapposti, si ricordino ad esempio “Le città invisibili” o “Il barone rampante”
Il linguaggio è semplice e scorrevole anche se sottende simbolicamente ad ampi discorsi morali.
Per questo libro Calvino si è ispirato al celebre “Dr Jekyll and Mr Hyde” di Stevenson e si rilevano delle importanti analogie: il laboratorio del dottor Trelawney assomiglia a quello del dr Jekyll ed i entrambi i romanzi si afferma che la divisione non è solo fisica del visconte ma che tutti noi siamo internamente divisi.
Di questo libro l’autore dirà di aver voluto scrivere una storia divertente ma che facesse riflettere.