Volti di donne, bellissimi, curati, profondi. E poi più giù, una sedia su due ruote: il loro sostegno, il simbolo di una vita cambiata dalla disabilità. E sottolineo cambiata. Non distrutta, non annientata. Cambiata, inevitabilmente.

Perché la disabilità potrebbe distruggerla o annientarla una vita. Lo fa, in molti casi. Ma in tanti altri, fortunatamente, come quello di Wendy Crawford e delle sue meravigliose modelle, la disabilità diventa un motivo per combattere stereotipi e pregiudizi di una società che ha ancora molto da imparare.

Raw Beauty” è il nome del progetto della ragazza newyorkese divenuta tetraplegica a 19 anni, in seguito a un incidente d’auto. La bellezza su quelle due grandi ruote, la bellezza che irradia chi la guarda, nonostante la menomazione fisica. E “nonostante” è una parola bellissima. “Nonostante” ha in sé l’idea del superamento, del sorpasso, della vittoria.

E sono vincitrici Aimee, Andrea, Katherine, Christy, Angela, Wendy. Sono belle, perché la bellezza non è nel corpo, ma nella forza, nella fiducia, nella solidarietà.

These women demonstrate that anything is possible. They represent the raw beauty and strength that is inside each and every one of us. I am honored to be included in this sisterhood, of this group of amazing, unstoppable women, proud now to be ‘one of them’“, dice Wendy, la creatrice del progetto.

Incidenti automobilistici, malattie degenerative, mestieri pericolosi: dietro la disabilità si nascondono infinite storie sconosciute. Ma quello che conosciamo è la forza di queste persone.

Apprezziamo questa bellezza, non distrutta, non annientata. Solo diversa.