Sophie Kinsella non era soltanto la “regina della chick-lit”. Era quella voce amica che arrivava nelle nostre vite nei momenti più confusi, stressati o fragili, e riusciva, con una risata, una battuta, un disastro improbabile, a farci sentire meno soli.

La notizia della sua morte a 55 anni, dopo una lunga battaglia contro un glioblastoma diagnosticato nel 2022, ha lasciato un vuoto enorme nel mondo della narrativa contemporanea. Perché se è vero che milioni di lettrici l’amavano, è altrettanto vero che tutte si sentivano capite da lei.

Chi era davvero Sophie Kinsella

Nata come Madeleine Wickham, londinese, brillante, ironica e raffinata, aveva iniziato la sua carriera da giornalista finanziaria. Forse è da lì che arriva il suo talento nel raccontare il rapporto, spesso tragicomico, tra le donne e il denaro, tema centrale nella serie Shopaholic, che l’ha consacrata a livello mondiale.

Ma dietro lo pseudonimo e il glamour del successo, c’era una persona riservata, profondamente legata alla famiglia, capace di trovare la leggerezza anche nei momenti più difficili.

La malattia: un peso raccontato con la sua solita eleganza

Il glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi, l’aveva colpita nel pieno della sua vita creativa. Kinsella ne parlava raramente, scegliendo di vivere la malattia nella sfera privata, lontana dai clamori. Ciò che colpiva di lei era proprio questo: nonostante la battaglia durissima, ha continuato a scrivere, a sorridere e a regalare storie.

I romanzi che ci hanno fatto crescere, ridere e respirare

Oltre alla saga di Becky Bloomwood, protagonista di I Love Shopping, Sophie Kinsella ha scritto romanzi amatissimi come La regina della casa, Hai il mio numero?, La ragazza fantasma, Diciamo la verità, La famiglia prima di tutto. Ogni libro aveva il suo marchio di fabbrica: ritmo serrato, umorismo intelligente e personaggi imperfetti, caotici, quindi autentici.

Era brava a intrecciare risate e fragilità senza mai scadere nella superficialità. Nei suoi romanzi parlava di soldi, amore, bugie bianche, autostima, famiglia. Temi semplici, ma trattati con un’empatia che raramente si incontra.

Curiosità che raccontano la sua autenticità

Adorava suonare il piano, una passione coltivata fin da bambina.

Era madre di cinque figli, e spesso raccontava che molte situazioni comiche dei suoi libri nascevano proprio dalla vita domestica.

Ha scritto sia con il suo vero nome sia con lo pseudonimo Sophie Kinsella, mantenendo due identità narrative parallele.

Le sue storie hanno ispirato adattamenti cinematografici e teatrali, ma lei diceva sempre che il complimento più bello era quando una lettrice le confidava: “Il tuo libro mi ha fatto stare meglio”.

Un’eredità che continuerà a farci compagnia

Sophie Kinsella ci lascia un patrimonio di leggerezza intelligente. Ci ha insegnato che anche quando tutto va storto, quando sbagliamo, inciampiamo, ci vergogniamo, possiamo sempre trovare un modo per sorridere. E forse è proprio questo il suo lascito più grande: l’idea che la vita, con tutte le sue complicazioni, vale comunque la pena di essere vissuta con un po’ di ironia.