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Latte materno o latte artificiale? Questa diatriba è nata nella notte dei tempi e non mostra cenni di spegnimento. A riaccendere la questione, sono arrivate le nuove linee guida del Ministero della Salute, per le quali hanno collaborato diversi pediatri di tutta Italia. Con queste non solo si dimostrano gli effetti benefici dell’allattamento al seno (almeno per i primi sei mesi di vita del neonato), ma si prevedono anche eventuali controindicazioni sia per la mamma che per il bambino. Vediamole nel dettaglio.

Prevenzione delle patologie

I primi dati presentati nelle linee guida del Ministero della Salute sono positivi non solo per il bambino ma anche per la mamma. Nel primo caso questi dimostrano che l’allattamento al seno garantisce il 257% di probabilità in meno che il bambino sia ricoverato nel primo anno di vita per infezioni delle basse vie respiratorie, che soffra di diarrea e vomito (-178%), otite (-100%), diabete di tipo 2 (-64%), asma (-35%) e obesità (-32%). Se si parla della mamma, invece, si riduce del 4% il rischio di sviluppare un cancro al seno e del 24% il pericolo di contrarre un tumore all’ovaio.

Controindicazioni per la mamma

Esistono però anche delle situazioni, seppur rare, in cui la mamma ha pieno arbitrio di decidere se interrompere o continuare l’allattamento al seno per preservare la propria salute, come nei casi di influenza, diarrea, coliche e infezioni urinarie. L’unica clausola è di non interrompere mai bruscamente il trattamento di latte materno e abituare il bambino progressivamente. Se invece la mamma decide di ricorrere allo svezzamento vegano può farlo, a patto che compensi la mancanza del latte con alimenti ricchi di vitamina B12.

Durata dell’allattamento

Il latte materno, a differenza di quello artificiale, contiene ormoni che regolano il metabolismo e l’equilibrio fame-sazietà, per tale ragione si sostiene che l’allattamento al seno per almeno i primi sei mesi di vita sia in grado di prevenire il rischio di obesità.

Possibili allergie

L’allattamento al seno è nemico delle allergie: questo ripara infatti il bambino dall’asma fra i 5 e i 18 anni, l’eczema prima dei 2 e dalla rinite allergica prima dei 5. Inoltre – sostiene Mauro Stronati – il latte materno, fornendo al neonato piccole dosi di glutine che derivano dalla dieta materna, e alcune sostanze immuno-attive come oligosaccaridi e nucleotidi naturalmente presenti nel latte, favorisce una tolleranza immunologica nel bambino. Secondo questa tesi, dunque, il latte materno riduce anche il rischio di intolleranza al glutine.

Allattamento dei neonati in terapia intensiva

Nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale si allatta pochissimo: a rivelarlo è uno studio condotto su 12 centri che dimostrano che solo il 31% dei bambini che pesavano meno di 1.5kg veniva allattato al seno. Secondo le linee guida del Ministero della Salute questo è un grave errore, poiché i bambini prematuri, più di altri, hanno bisogno dell’allattamento al seno per ridurre il rischio di patologie come la setticemie e la meningite.

Banche del latte

Per fortuna che esistono le banche del latte. Ci sono mamme che, purtroppo, per diversi motivi non hanno latte sufficiente per nutrire il proprio bambino, ecco perché esistono le sopracitate banche del latte. Queste sono dei vasti rifornimenti in cui si conserva il latte donato: in Italia ci sono 32 banche per un totale di 7600 litri di latte secondo quanto indicato nel rapporto del 2011. Il nostro paese è il primo in classifica, insieme alla Svezia.

Inquinamento

L’esposizione a diossine e furani specialmente nelle zone industriali sottopone il latte materno a rischio di contaminazione: ciò non significa che sia preferibile assumere latte artificiale. Il latte materno permette infatti al bambino di compensare parzialmente gli effetti negativi dell’esposizione ai bifenili policlorurati e diossine – secondo quanto affermato dal dr. Stronati, presidente della Società Italiana di Neonatologia.

Cattive abitudini

È notizia di questi giorni l’introduzione di una normativa che vieta di fumare in macchina se sono presenti donne incinte o bambini. Sembra quasi scontato dirlo ma la donna sia durante la gravidanza che nella fase dell’allattamento dovrebbe evitare di assumere droghe o alcol non solo per preservare la propria salute ma anche affinché il bambino possa ricevere tutti i benefici del latte materno.

Controindicazioni per il bambino

Il latte materno fa bene alla salute e al benessere del bambino, ma non sempre. Esistono rari casi in cui il neonato non deve assolutamente ingerire questo tipo di latte: se la madre ha la galattosemia o la fenilchetonuria o ancora l’HTLV I e II, la brucellosi non trattata e l’HIV. Infine è vietato l’allattamento al seno se la mamma sta seguendo la chemioterapia.

Farmaci

Per le mamme che assumono farmaci in fase di allattamento arriva Lactmed, non solo un sito, ma anche un’app, grazie alla quale le donne potranno identificare il livello di controindicazioni per il bambino del farmaco assunto. La pagina è in inglese ma i risultati appaiono anche se si digita il nome del farmaco in italiano: la scheda nella schermata proporrà anche una soluzione alternativa in caso di pericolosità. Rimane comunque dovere delle mamme non affidarsi ciecamente a Lactmed e consultare sempre il parere di un medico.

Queste linee guida chiaramente non esauriscono le diverse casistiche che si potrebbero verificare: chi più di ogni altro può comprendere di quale tipo di allattamento ha bisogno il neonato e per quanto tempo è solo la mamma, insieme al pediatra. L’allattamento al seno rimane, in ogni caso, uno dei primi atti d’amore che una madre possa rivolgere a suo figlio.