Ci sono persone che stanno bene a casa propria, con le loro routine e le loro quotidianità, e poi ci sono quelli che a casa propria non ci riescono a stare per più di un mese perché sentono l’irrefrenabile desiderio di prendere la valigia, riempirla con le prime cose che capitano e partire. Lontano o vicino che sia, l’importante è mettersi in viaggio.

C’è chi lo chiama wanderlust, chi amore per i viaggi e chi voglia di evadere, ma questo poco importa. Ciò che conta di più è che il bisogno di esplorare insito in alcuni di noi, che, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Evolution and Human Behaviour”, dipenderebbe dal cosiddetto “gene del viaggio”, cioè dal nostro DNA.

Questo gene, scientificamente è il recettore della dopamina D4, chiamato DRD4 7r, è stato rinominato gene waderlust – o gene del viaggio – perché regola il livello di curiosità che ci renderebbe più o meno sensibili agli stimoli esterni. Inoltre, il gene DRDD4 7r, determina gli equilibri dell’umore: la felicità e l’entusiasmo che ci sovrastano nel momento in cui stiamo intraprendendo un viaggio non sono altro che una “magia” del nostro DNA.
Non è, però, cosa da tutti: solo il 20% della popolazione mondiale ha questo tipo di corredo genetico, e la maggior parte di loro proviene da regioni della terra in cui, il passato e la storia, hanno sempre incoraggiato gli uomini a viaggiare e magari a migrare dall’altra parte del mondo.
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Se siete ancora scettici a riguardo, sappiate che un altro studio, condotto da David Dobbs della National Geographic, supporta questa teoria: secondo il ricercatore “il DRD4 risulta in persone che sono più propense a prendere rischi, ad esplorare posti nuovi, a provare nuovi cibi, nuove relazioni, nuove avventure sessuali”.

Perché viaggiare non è solo spostarsi momentaneamente in un altro luogo, ma è immergersi in un’altra vita vera e propria. È assaporare altre conoscenze e nuove coscienze. È incontrare e lasciarsi incontrare. È mettersi in discussione. È placare il desiderio di fame che la nostra anima brama per nuove avventure ed esperienze. È “sindrome di wanderlust”, che ci caratterizza come sognatori, vagabondi nel corpo e nello spirito, perché siamo sempre alla ricerca di luoghi nuovi da scoprire. Ogni posto, per noi vale, la pena di essere visitato almeno una volta nella vita.
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