Credits photo il mattino.it

Al selfie non c’è più limite e l’autoscatto condiviso può servire anche a raccontare momenti drammatici, anche a costo di sembrare fuori luogo. In Nepal un alpinista americano di 44 anni ha rischiato la vita precipitando in un crepaccio mentre effettuava una scalata.

Una caduta di 70 metri che ha catapultato l’uomo, un professore della Western Kentucky University, in un burrone tra due pareti di ghiaccio.

Miracolosamente vivo, l’uomo ha riportato delle ferite evidenti sul suo volto. Nell’attesa dei soccorsi, ha voluto documentare l’accaduto proprio con un selfie. Parola d’ordine, come sempre, condivisione: tutto quindi, dopo pochi minuti, era on line sul suo profilo Facebook.

Immagini che poco hanno a che fare con i selfie cui normalmente siamo abituati: foto che ritraggono l’uomo sanguinante, in un evidente stato di difficoltà che però non gli ha impedito di raccontare al mondo cosa gli fosse accaduto. Anche grazie agli scatti, è stato avvistato e recuperato per essere soccorso in maniera adeguata.

Oltre ai selfie, grazie allo smartphone, l’uomo ha girato anche un video che documenta in maniera più ampia quanto ha vissuto. Ecco le immagini.

http://www.youtube.com/watch?v=jBSnmSkCNeM