Vita, libertà, sicurezza: questi alcuni dei Diritti Universali dell’Uomo. Ma chi ha dimenticato di citare il sonnellino pomeridiano?
Il professor Richard Wiseman si fa carico dell’appello degli amanti della siesta, spiegando, nel suo nuovo libro, delle semplici tecniche, fondamentalmente pro-sonnellino, in grado di garantire il giusto riposo quotidiano, necessario per svolgere alla perfezione le ordinarie occupazioni.
Già nel 1980, uno scienziato di Chicago ha analizzato attentamente le conseguenze della mancanza di sonno, utilizzando dei topi come cavie. Monitorando la loro attività cerebrale, attraverso una macchina collegata ad alcuni dischi sui quali erano posti gli animali, appena questa cessava, il disco ruotava leggermente in modo da destare nuovamente la bestiola. Perdita di peso e una sfumatura giallastra della pelliccia dopo una settimana, morte dopo un mese. Questa la drammatica conseguenza della mancanza di sonno.
Più recente è stato invece lo studio del professor Gregory Belenky, che, con i suoi colleghi del Sleep And Performance Research Centre della Washington State University, ha dimostrato come anche una quantità minima di sonno sottratto possa influire dannosamente sulla vita di ogni individuo.
Il suo studio prevedeva l’analisi su diversi gruppi di pazienti: alcuni riposavano per nove ore, altri meno di cinque ore e un terzo gruppo per sette ore. I primi erano in grado di rimanere vigili durante tutta la durata della giornata, contro i secondi soggetti facilmente a distrazione e stanchezza. I terzi, invece, apparivano per i primi giorni vigili, per poi presentare gli stessi sintomi del secondo gruppo, dopo qualche giorno.
E se lavoro, figli, preoccupazioni e quant’altro, non permettono di beneficiare di un tempo così lungo da dedicare al riposo, gli scienziati propongono semplici tecniche di organizzazione temporale per concedersi autonomamente una sensazione di riposo e benessere durante l’arco della giornata.
Partendo dal presupposto che il sonno giornaliero previsto deve contare quattro/cinque cicli da novanta minuti, in cui attuare le quattro fasi non-REM e l’unica fase REM (quella in cui sogniamo), se durante la notte non è possibile soddisfare questa esigenza, il sonnellino pomeridiano giungerà a soccorrerci con il suo rosso mantello.
Incremento della memoria, maggiori aspettative di vita, umore migliorato, attenzione, relax psico-fisico: questi i vantaggi della pennichella, ogni giorno. Una buona abitudine, dunque, che deve essere misurata e adattata ad ogni personale esigenza e che si mostrerà in grado di migliorare davvero il nostro rendimento, a lungo termine.
Qui di seguito una tabella ad indicare il momento ideale per un riposino in base all’orario di sveglia mattutina.
Niente più scuse, quindi, per i più pigri e un motivo per non dare aria ai denti per gli altri: la pennichella salverà il mondo. O quantomeno lo farà riposare.