Anche se sono napoletana fino al midollo per fortuna non bevo caffè: il primo motivo è perché non ho ancora capito se mi piace o meno e poi perché credo di essere intollerante a quello che, nella mia città, è considerato un vero e proprio elisir.
Che abbia delle proprietà benefiche è fuori discussione, ma l’abuso, come accade per tutte le sostanze, può avere conseguenze disastrose.
In un paese in cui si bevono 7-8 caffè al giorno bisogna sapere che questa bevanda può provocare ansia, insonnia disturbi del ritmo cardiaco e addirittura insufficienza cardiaca.
Una ricerca del National Health Service (NHS) ha individuato dei legami tra l’assunzione di caffeina e alcune problematiche che insorgono durante il parto: assumerla in eccesso provocherebbe sottopeso per il nascituro e potrebbe portare addirittura a un aborto spontaneo.
Il limite giornaliero verrebbe fissato intono ai 400 mg di caffè: se ogni espresso ne contiene 80 mg non bisognerebbe assumerne più di 5.
Il problema si pone per tutti i prodotti diversi dall’espresso: un filtro grande della amatissima catena Starbucks contiene ben 400 mg di caffeina, per cui si può facilmente comprendere la difficoltà nel contenere la quantità da assumere.
Limitare i caffè giornalieri è uno sforzo immane, specie per chi lavora a ritmi serrati.
Molto spesso la pausa caffè non è altro che un intermezzo tra un impegno e l’altro, oltre che un’abitudine che fa parte del nostro paese da secoli. Proprio per questo si tende a sottovalutare gli effetti negativi derivanti da una assunzione assidua, ma come in tutte le cose basta trovare la giusta misura per non rinunciare ai piaceri della vita.