È purtroppo morta Shelley Duvall che tutti noi ricordiamo per il ruolo di Wendy in Shining.
Aveva compiuto da poco 75 anni ma era da tempo malata, soffriva infatti di diabete e negli ultimi anni di disturbi mentali.
Oggi la ricordiamo attraverso alcune curiosità su di lei e su Wendy.
Tutte le curiosità su Shelley Duvall
Kubrick scelse personalmente Shelley per il ruolo di Wendy dopo aver visto la sua interpretazione in Thieves Like Us di Robert Altman.
L’altro ruolo che la resa famosa fu quello della cameriera Olive Oyl nel film Popeye del 1980, accanto a Robin Williams nei panni di Braccio di Ferro.
Nel 1977 ha ricevuto il Premio come Migliore Attrice al Festival di Cannes per il suo ruolo nel film 3 Women di Robert Altman. È stata la prima attrice americana a vincere questo prestigioso riconoscimento.
Woody Allen, nel 1977, le diede un ruolo in “Io e Annie”.
Nel 1990 ha vinto due Emmy Awards per la sua interpretazione nella serie televisiva Shelley Duvall’s Tall Tales & Legends.
Nel 1981 ha fondato la sua casa di produzione, la Palladian Company, con la quale ha creato diverse serie televisive per bambini, come Faerie Tale Theatre.
Tutte le curiosità su Wenndy e Shelley
Per prepararsi al ruolo di Wendy, la Duvall studiò a fondo il romanzo di Stephen King, analizzando in particolare il suo personaggio ed il suo rapporto con il marito Jack e il figlio Danny.
Kubrick sottopose Shelley ad un estenuante regime di riprese, costringendola a girare singole scene anche per oltre 100 volte. Questo processo la logorò fisicamente e psicologicamente.
Nella sceneggiatura originale, il personaggio di Wendy era più assertivo e combattivo, ma Kubrick decise di renderla più debole e succube del marito Jack.
Alcune delle scene più intense di Wendy, come quella in cui si barrica in bagno, furono girate senza che Shelley sapesse cosa stava accadendo, per ottenere reazioni genuine.
Il rapporto di Wendy con il figlio Danny è centrale nel film, e l’attrice Shelley riuscì a trasmettere la profonda preoccupazione materna del personaggio.
