16 settembre 2025. Hollywood perde uno dei suoi giganti. Robert Redford, attore, regista, attivista, si è spento a 89 anni, nel sonno, nella sua casa tra le montagne che amava.
Robert Redfort: il divo che non ha mai voluto solo il red carpet
Redford non era solo un volto bello, un’espressione magnetica: era uno di quelli che fa davvero la differenza. Con pellicole come Tutti gli uomini del presidente, La Stangata, La mia Africa, ha incarnato un’America inquieta, idealista, e non gli pesava indossare le scarpe scomode della coscienza civile.
E quei tempi in cui un attore doveva solo recitare sono finiti. Lui ha fatto molto di più: regista, produttore, ma soprattutto ambientalista. Le sue battaglie per la natura erano sincere, radicate, non perfette ma autentiche.
Amori, famiglie e il prezzo del successo
Dietro al glamour, una vita sentimentale e famigliare non sempre luminosa. Robert si sposò per la prima volta con Lola Van Wagenen, storica e attivista, nel 1958. Insieme ebbero quattro figli: Scott Anthony, Shauna Jean, James (“Jamie”) e Amy Hart.
Ma il cuore ha dovuto sopportare ferite profonde: Scott, il primogenito nato nel 1959, morì a soli due mesi per sindrome della morte improvvisa infantile. Un dolore che Redford stesso definì una “ferita che non sparisce”. Poi nel 2020, la perdita di James (Jamie), figlio regista e attivista, scomparso a 58 anni per un tumore. Anche James combatté malattie gravi durante la sua vita.
Curiosità: Redford da bambino ebbe la poliomielite e poi un’infezione a un orecchio gli ridusse parte dell’udito.
Il secondo amore e la tranquillità ritrovata
Dopo il divorzio da Lola (1985), Redford trovò un altro equilibrio sentimentale quando sposò nel 2009 Sibylle Szaggars, artista tedesca.
Con Sibylle, Robert visse gli anni più silenziosi, quelli in cui la fama non chiedeva via tutto. La casa nello Utah, progetti legati all’ambiente, e la dimensione più privata. Nessun grande scandalo, nessuna soap opera hollywoodiana: la forza delle piccole cose, forse.
Il segreto di Redford non è mai stato solo cosa ha fatto sul grande schermo, ma come è vissuto quando le telecamere erano spente. Le sue storie di perdita, resistenza, amore, bellezza, natura hanno fatto sì che non fosse solo “l’attore” ma qualcuno che ti fa pensare, che ti provoca. Anche ora che se n’è andato, resta quel mix di fascino e vulnerabilità, raro, vero.
Non so tu, ma io credo che certi nomi rimangono nella memoria non solo per i film, ma perché hanno accettato le proprie ombre: le vittorie, i dolori, le passioni incrociate. E Redford era tutto questo: mito e uomo, con le rughe di chi ha amato e perso, ma anche di chi non ha mai smesso di guardare avanti.



