Fiori di ciliegio, raggi di sole, temperature gradevoli, vestitini e…la ceretta. Il pelo superfluo, l’incubo di tutte le donne, giovani, adulte, bionde, rosse, brune, torna ad essere il chiodo fisso, quello che decide gli outfit nelle soleggiate giornate di aprile.
Viso pulito, capelli stirati, pelle senza imperfezioni, maquillage, carnagione, insomma, la perfezione, diventa l’unico obiettivo nei periodi in cui la pelle da mostrare aumenta e non ci si può rifugiare sotto lana sformata ed enormi sciarponi.
Jessica Ledwich, giovane artista di Melbourn, armata di macchina fotografica, ironizza sulle torture a cui le ragazze devono sottoporsi per avvicinarsi sempre più a quell’ideale di bellezza che devono, più di quanto vogliano, soddisfare.
Così lo scenario della sua raccolta The Fanciful, Monstrous Feminine, sembra il set di Kill Bill: sangue, dita mozzate, maschere di pelle e coltelli insanguinati a sostituire il tacco dodici, sono gli ingredienti principali della sua “mostruosa” opera.
Una critica esplicita, che più esplicita non si può, ad un sistema esigente e doloroso per il gentil sesso. “Come la maggior parte delle donne ho passato un sacco di tempo a leggere riviste di bellezza e di moda e sono rimasta stupita di come si plasmi la percezione, mia e delle altre ragazze, di come dovremmo apparire”, ha spiegato l’artista.
“Quando ho compiuto 20 anni, mi sono resa improvvisamente conto della maggiore pressione sulle ragazze giovani nell’apparire in un certo modo e del modo palese che i media – che pretendono di rivolgersi a queste donne avendone a cuore gli interessi – sostengano queste agende di bellezza”.
Parecchi trucchetti di make-up e il necessario intervento digitale hanno contribuito alla creazione di questa serie di fotografie in grado di ricordare i dolori, spesso non indispensabili, a cui ci si sottopone, per perseguire un’ideale di bellezza imposto subliminalmente.
Sì all’igiene e all’estica sana, no agli eccessi che di sano hanno ben poco.