Noi donne adoriamo ossessionarci oltremodo e trascorrere le giornate a (s)parlare di uomini con le amiche, in perfetto stile ‘Sex and the city‘.
Proprio non capiamo perché non ci chiamano mai quando lo desideriamo, perché preferiscono una partita di calcetto ad una cena romantica e perché non ci regalano cuori a San Valentino.
La vita è piena di uomini che ‘non devono chiedere mai‘, che ci danno attenzione come fossimo un bonsai e che sono più inafferrabili della zanzara che oltrepassa la tua zanzariera manco fosse Patrick Swayze in ‘Ghost’.
Eppure, nonostante certe volte ci appaiano misteriosi ed enigmatici, gli uomini sono originali quanto la sottiletta in un toast.
Ho trascorso i migliori anni della mia vita a contatto con soli maschi, e quello che ho capito dopo secoli di analisi è stato molto deludente.
Si, perché quando sei adolescente vivi i rapporti come Dawson Leery, assilli te stesso per qualsiasi cosa e credi che l’amore sia più complicato dei rebus, ovvero quella parte che lasci sempre in bianco quando compri la Settimana Enigmistica.
Sarebbe bello potere lasciare in bianco anche le situazioni della vita, andare avanti facendo finta che storie, persone e complicazioni non esistano. Ma non è mai così.
Se da piccolo ti ossessioni e ti interroghi manco fossi Mel Gibson su ciò che vogliono gli uomini, da grande smetti di essere così curiosa, anzi, prendi coscienza che tutto quell’universo tenebroso e affascinante altro non era che un buco nero pieno di banalità.
Cosa vuole veramente il maschio?
Beh, l’uomo medio trascorre quasi tutta la vita cercando di portarlo a spasso più volte possibile. In palestra, al supermercato, in discoteca, alla Snai.
Si, perché anche se ci vai per puntare sulla vittoria del Sassuolo, hai comunque una speranza di potere incontrare una cassiera figa e, tra una scommessa e l’altra, proporre una puntata ‘soiocome‘ anche a lei.
Gli anni passano ma l’uomo rimane pressoché lo stesso: anche da marito fedele riesce a crearsi uno spazio mentale per giocare al dottore con la commessa del negozio di sigarette elettroniche.
Ma veniamo al punto.
Checché se ne dica gli uomini prima o poi si impegnano, ti fanno giocare a ping pong per una vita intera, ma poi si impegnano. Il problema è che non lo fanno con te.
Quello che ho capito è che il maschio ama la caccia, le sfide, le stronze. Impazzisce per i giochetti e le pazzie, passa da un letto all’altro manco fosse il gioco delle sedie e ti vuole sempre sexy, brillante, porca.
Tutto filerebbe dritto se non fosse che poi sposa un’altra tipologia di donna, estremamente lontana dal tipo ‘tigre del ribaltabile‘ e vicina ad un concetto molto più soft: quello della poltrona.
L’uomo che si sposa cerca di ricreare la zona di comfort della propria casa d’origine; a meno che non sia uno sprovveduto sceglie sempre la donnina comprensiva e accomodante, che riesca a dargli le stesse sensazioni di un divano.
La donna poltrona, però, non esiste in natura.
Si tratta semplicemente di una femmina molto più intelligente di tutte le altre, estremamente scaltra e mossa dalla voglia di raggiungere un unico obiettivo: farsi sposare.
Lei sa molto bene che l’uomo difficilmente sceglie chi gli rompe le scatole, chi lo critica di continuo e lo rimprovera anche se esce dalla doccia senza ciabatte.
La donna poltrona è un essere abile e astuto: spesso non brilla per bellezza o contenuti, ma sa bene che carte giocare per ottenere ciò che vuole. E il più delle volte ci riesce.
Fateci caso: quante volte playboy da strapazzo si accasano con signorine anonime e ‘saporite’ quanto un alga giapponese?
Vengono spesso criticate da noi altre perché senza sapore e senza sesso: ma poi ci fanno marameo mentre noi rimaniamo zitelle.
Al maschio non serve qualcuno che lo bacchetti, né una pantera che lo divori tra le lenzuola: per quello c’è l’amante. E le amanti non vengono mai portate all’altare.
La sua vita altro non è che una parabola semplice: portare a spasso il gioiello più a lungo possibile e prendere in moglie una poltrona comoda ed eccitante quanto una canzone di Enya.