Ogni anno, nel periodo di Pasqua, nel nostro paese vengono uccisi oltre 800000 agnelli di appena due mesi, per un totale di 4 milioni all’anno. Dati agghiaccianti che dovrebbero far riflettere mentre si fa la fila in macelleria per acquistare quello “migliore”.

L’associazione animalista OIPA, anche quest’anno ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “m’ama, mi mangia” per mettere fine alla discriminazione tra generi animali. Un manifesto con un cucciolo di cane con la scritta “m’ama” a confronto con l’agnello “mi mangia”. Stessa cosa con un altro animale domestico, il gatto, da sempre molto amato e coccolato nelle case degli italiani.

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È paradossale come ci si affatichi per difendere a tutti i costi i diritti di cani e gatti mentre si ignora il male che facciamo a dei cuccioli di agnello solo per portare in tavola la tradizione.

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Una mattanza ingiusta e ingiustificata in nome di una tradizione che deve essere fermata. Anche Papa Francesco in più occasioni ha dichiarato: “a Pasqua sostituiscano la carne d’agnello e capretto con menù alternativi” e anche il suo predecessore Papa Benedetto XVI, nel 2007 durante un’omelia della Settimana Santa affermò queste parole: “Gesù non mangiò agnello all’ultima cena, il sacrificio dell’agnello é un gesto nostalgico, privo di efficacia”.

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Ecco perché l’OIPA ha deciso di portare avanti questa campagna di sensibilizzazione, cercando di raggiungere quante più persone possibili. Così, oltre all’affissione dei manifesti, sono stati organizzati anche tavoli informativi, che saranno presenti nelle principali città nei week end del 21-22 marzo e del 28-29 marzo.

Mangiare carne è un’abitudine diffusa e discutibile per l’uomo, nonostante vari studiosi si siano espressi riguardo le conseguenze per l’assunzione di questo alimento. In Italia, secondo l’istituto di ricerca Eurispes, nel Rapporto 2014, complessivamente la somma dei vegetariani e dei vegani è pari al 7,1% della popolazione: 4,2 milioni di persone nel 2014, mentre nel 2013 erano stimati a 3 milioni e 720 mila, con una crescita complessiva del +15%.

È giunta l’ora di sensibilizzarsi, di non restare indifferenti e ancorati a delle tradizioni ormai obsolete e chiaramente crudeli. Un neonato d’agnello non deve pagare, con la vita, un prezzo di cui non ha colpa. Non può scegliere, non può difendersi, soffre esattamente quanto noi, quanto un nostro bambino. Sarebbe meglio non nascere affatto per lui, piuttosto che conoscere una morte così atroce dopo soli due mesi.

Pasqua, come ogni altro giorno, dovrebbe essere un giorno di festa. Per tutti gli essere del Creato. Nessuno escluso.

Io ho fatto la mia scelta. Li amo, non li mangio.

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Buona Pasqua.