Discutere di salute alimentare diventa sempre più importante, specialmente in questi mesi, in cui nel nord della nostra penisola, a Milano, si celebra la fiera del cibo, l’Expo. Lo sanno bene anche gli organizzatori del Salone internazionale del biologico (Sana), che per l’edizione 2015, inaugurata proprio ieri a Bologna Fiere, hanno dedicato 4 dei padiglioni dell’area al biologico e in particolare ad alimentazione, cosmesi, benessere, sport e tanto altro. Scopriamo gli elementi salienti della prima giornata.
Inaugurato dall’attuale vice ministro alle Politiche agricole con delega al biologico, Andrea Olivero, il Sana si è rivelato un successo sin dalle prime ore della giornata di ieri, sabato 12 settembre. Accorsi da ogni parte d’Italia, ma anche d’Europa, i visitatori si sono affrettati verso l’ingresso portando anche le valigie con sè per assistere ad una vera e propria festa del bio.
Dai padiglioni 31 al 35, c’era l’imbarazzo della scelta: per citare alcuni esempi, si potevano gustare i prodotti di Val Venosta e Girolomoni per l’agricoltura, nel mondo dei prodotti per viso e corpo e della cosmesi si trovavano Germoglio, Artes Quaero, Parobio Cosmetics e biotiful. Per l’area benessere benessence e tanti altri.
Ma a catturare l’attenzione dei visitatori è stato soprattutto il Vegan Fest, adibito nel Padiglione 35, che si presenta come un grande complesso di stand che di anno in anno diventa sempre più grande e più frequentato. Chi intraprende questa strada lo fa per due ragioni: da una parte c’è chi rinuncia a carne, pesce, latticini per motivazioni scientifiche. Essere vegani, infatti, farebbe bene alla salute del nostro organismo e ad affermarlo sono anche Giorgio Fabbro, nutrizionista e vegan coach e Alberto Leonardi, campione di arti marziali. Questi ultimi però sono l’emblema della seconda motivazione e più conclamata motivazione per essere vegani, quella etica.
L’essere vegani è per questo gruppo di persone frutto di un pensiero empatico e sensibile nei confronti degli animali. Tutti dovrebbero essere rispettati e vivere in serenità, senza dover essere uccisi o maltrattati per scopi egoistici come la nutrizione degli essere umani. Un cuore nobile non si nutre di un animale che ritiene di amare – secondo quanto affermato da diversi sostenitori del movimento “Essere animali”, ma soprattutto da Andrea Cisternino, presidente della Fondazione International Animal Protection, che cerca di trovare la soluzione al problema dei maltrattamenti in prima persona.
Da fotografo di moda a fotografo di animali, Andrea Cisternino presenzia al Veganfest per ricevere un award per il suo impegno con la sua associazione che da anni lotta affinché soprattutto in Ucraina non ci siano più uccisioni di cani randagi (lo scandalo era scoppiato nel 2012 in occasione degli Europei di calcio a Kiev). Ma lasciamo che sia lui stesso con le sue parole a raccontare meglio questa esperienza.
Lei è presidente della Fondazione International Animal Protection League Onlus e si occupa della protezione degli animali e anche dei rifugi in Ucraina, ci spieghi cosa fa, come ha iniziato e per quale motivo ha fatto questa scelta così rischiosa.
Io ho iniziato perché sono sempre stato animalista però lo sono stato sempre per conto mio (andavo negli allevamenti) poi quando sono stato con Vlada sono andato in Ucraina e devo dire che, per quanto riguarda la Uefa e il governo ucraino, sono arrivato nel momento sbagliato per loro perché poi ho iniziato a vedere cosa stava succedendo, a denunciare l’abuso sui cani, a denunciare la Uefa ma anche canili di proprietà. Io e Vlada (la vicepresidente) abbiamo visto con i nostri occhi cosa stava succedendo: anche il mio cane che si chiama Cucciolo è stato avvelenato. Perciò io e Vlada abbiamo iniziato a denunciare e dopo di che non potevamo più tornare indietro. L’essere animalista mi imponeva di denunciare e di cominciare questa battaglia. Dovevamo rientrare in Italia a Como e invece io e Vlada ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di restare lì anche se la situazione era molto complicata.
Che cosa avete fatto esattamente?
Innanzitutto abbiamo iniziato a cercare volontari e poi purtroppo ci siamo messi contro dei delinquenti che si chiamano dog hunters che arrivavano dalla Russia. Purtroppo si trovano anche in Ucraina e uccidono ancora. Da lì abbiamo deciso di costruire una struttura dove mettere i cani. Abbiamo iniziato così a salvare dei cani. Abbiamo costruito Rifugio Italia, che abbiamo chiamato così perché tutte le donazioni arrivano dall’Italia. L’Ucraina non ci ha mai aiutato. Questo rifugio accoglieva 96 cani e purtroppo il 12 aprile del 2015 il rifugio è stato dato alle fiamme ed è cambiata un po’ tutta la storia.
Come siete riusciti ad andare avanti dopo l’incendio?
Dopo tre giorni ho chiamato i ragazzi che lavoravano al rifugio, abbiamo messo via i nostri cani, abbiamo avuto tutte le televisioni ucraine, giornalisti che piangevano durante le riprese. Addirittura ci hanno chiamato dalle zone di guerra. Quando poi abbiamo seppellito i corpi dei nostri poveri animali, ho chiamato i ragazzi e ho detto “basta piangere, dobbiamo ricostruire per noi e anche per loro”. Devo dire che sono rimasto sorpreso di questa solidarietà che ci è arrivata dall’Italia, anche da New York e da tanti artisti che ci hanno scritto. Per la prima volta ci sono stati ucraini che ci hanno dato soldi. Abbiamo trovato ragazzi a scavare lì tra le macerie. Sono arrivati con le cariole, le pale, il cibo. Questa tragedia ha fatto per un attimo cessare le rivalità tra Ucraina dell’Ovest e dell’est. Spero solo che questi morti servano a far cambiare il paese altrimenti sono stati morti inutili. Però noi sappiano che i nostri 69 cani più una gattina sono lassù, ci aiutano, ci proteggono come hanno fatto da quattro anni e speriamo di andare avanti perché comunque ci sono tanti altri animali da salvare in giro: i cani dei macelli, i cavalli, i pesci. C’è un progetto che racchiude tanti animali, comprese le cicogne e le galline, perché voglio che i bambini si avvicinino a questo lago in cui faremo la oasi.
Che cosa vorrebbe dire alle persone che maltrattano i cani e tutti gli animali sia in Italia sia in Ucraina?
Il maltrattamento degli animali è una cosa molto semplice. Quando uno è arrabbiato se la prende con l’animale perché tanto l’animale non reagisce, però delle volte reagisce perciò istiga l’uomo. Io sto combattendo una guerra contro i cacciatori di cani perciò penso di aver visto la violenza più vergognosa che un essere umano possa commettere sugli animali. Infatti tanti video non li ho neanche postati. Quelli che maltrattano gli animali sono delle persone che non sanno che cos’è il cuore. Bisogna imparare ad amare gli animali perché secondo me quando l’uomo imparerà ad amare gli animali finiranno le guerre, finiranno le violenze. Il diritto alla vita ce l’hanno tutti. Chi nasce deve vivere e nessuno deve arrogarsi il diritto, come fa l’essere umano, di togliere la vita ad animali come ad esseri umani. Siamo nel 2015, non siamo più nel medioevo.
Un contatto per chi volesse intervenire al vostro fianco?
Possono entrare nel nostro sito in cui possono trovare tutto riguardante le adozioni, i nostri cani e tutte le informazioni.
La ringrazio.
Andrea Cisternino ha evitato di aprire una discussione ma attorno all’essere vegano si costruisce un universo che non parla solo di uccisione dei cani, ma anche di vivisezione, modificazione genetica e sfruttamento dell’animale per creare farmaci che in realtà non avrebbero gli stessi effetti sugli esseri umani, caratterizzati da organismi differenti rispetto a quelli dei roditori e di altre specie. Inoltre chi è vegano non accetterebbe questo sistema neppure se fosse convinto dell’itilità dei risultati.
Come afferma Paola Maugeri, giornalista e vegana convinta, “se siamo arrivati su un nuovo pianeta con una sonda, la tecnologia ha sicuramente un altro sistema per sperimentare i farmaci” e soprattutto “acquistare cibo bio e condurre uno stile di vita vegano non può che migliorare la vita”.
Il festival Vegan continuerà ancora sino al 15 settembre a Bologna Fiere. Si tratta di un’occasione per conoscere più da vicino questo mondo anche per chi ne fosse estraneo o la pensasse diversamente. L’informazione è l’unico modo per fare una scelta consapevole.