Il Signore delle Mosche di William Golding: un romanzo da leggere e dimenticare.
Ricordo che all’epoca la mia prof. Di psicologia ce ne parlava spesso, una volta letto certo ne ho capito l’importanza e tuttavia non l’ho dimenticato, negli anni successivi mi sono ritrovata a pensarci spesso. Ci ho pensato quando uscì Maze Runner e tutte le volte che ho letto di ragazzi lasciati da soli a se stessi che cercano di stabilire una gerarchia, avremmo modo di approfondire prossimamente comunque.
Il Signore delle Mosche di William Golding
Questo romanzo narra delle vicende che accadono ad un gruppo di ragazzi inglesi che si trovavano in un aereo precipitato nell’oceano Pacifico.
I ragazzi cercano di organizzarsi al meglio, come farebbero gli adulti cercando d’imporsi regole e di creare una gerarchia sociale, purtroppo essendo solo dei ragazzini finiscono col trasformare la situazione in un inferno poiché emergono in loro paure irrazionali e comportamenti selvaggi, solitamente tenuti nascosti dall’animo umano.
Inizialmente viene eletto leader Ralph un bambino che nella storia incarna l’ideale della democrazia, accompagnato da un altro ragazzo, Piggy, più debole ed oggetto di atti di bullismo.
I due recuperano una conchiglia il cui suono funge da richiamo e che offre il diritto di parola al suo possessore. Questo richiamo convoca subito numerosi ragazzi tra cui i due gemelli Sam ed Eric e il gruppo del coro. A capo di questo gruppo c’è Jack, un ragazzo alto ed ossuto, dai capelli rossi, patito della caccia fino all’esasperazione, che cercherà fin dal principio di diventare il leader del gruppo.
Tra i ragazzi del coro c’è anche Simone, un ragazzo che soffre di epilessia, che diverrà amico e aiutante di Ralph.
Dunque l’organizzazione ha inizio: si costruiscono capanne, si caccia, si mantiene vivo un fuoco.
Jack e i coristi si armano dunque di lance e vanno a cacciare i maiali selvatici provvedendo così al cibo mentre i gemelli si occupano del fuoco.
Ma più il tempo passa più i ragazzi si abituano sempre più a passare il loro tempo giocando dimenticandosi anche di tenere il fuoco acceso, incuranti di un passaggio di una nave che così prosegue indifferente il proprio tragitto. Ciò favorisce la distruzione del lavoro di Ralph e favorisce il predominio di Jack con i suoi guerrieri, ormai regrediti ad esseri primitivi.
Non è tutto, un’oscura presenza minaccia la loro vita e si rivela a Simone come “il signore delle mosche”…
I due gruppi sono ormai divisi dalla violenza e diviene così inevitabile lo scontro e nella lotta muoiono due bambini: Simone e Piggy. Intanto i due gemelli Sam ed Eric, che erano gli ultimi due amici di Ralph, sono tenuti prigionieri dalla tribù di Jack e al protagonista non resta che tuffarsi a capofitto in fuga nella foresta. Ralph diventa così la nuova “preda” dei cacciatori, ed è costretto alla fuga…
Il Signore delle Mosche di William Golding
Un libro interessante, una storia molto forte a tratti crudele che però fa riflettere sull’impossibilità di tenere a freno gli istinti primordiali, che predominano sull’intelligenza e sui sensi di colpa, al di fuori di una società organizzata, che i ragazzi cercano di emulare, eleggendo un capo e decretando delle leggi.
E’ anche una profonda riflessione sulla nostra società, sui valori della democrazia, sulle differenze fra spiritualità e superstizione, sul risveglio di paure primordiali, come quella della “bestia” (che si dimostra poi la salma di un paracadutista rimasta appesa al suo paracadute).
L’ultimo ma non meno importante concetto è la presenza del male in ogni individuo, che si verifica verso metà romanzo quando la tribù di Jack si separa dal gruppo, comincia a non rispettare le leggi istituite e finisce con l’uccidere due bambini.
Non adatto ai bambini.
“L’uomo produce il male con la stessa facilità con cui le api producono il miele”
(William Golding)