plastica

In italia il Bubble Wrap è più famoso con il nome Pluriball, e se anche questo appellativo non vi dice nulla allora sicuramente saprete cosa si intende quando si parla di “plastica che scoppia”. Il Bubble Wrap, infatti, è l’efficiente sistema di imballaggio in plastica che ha il duplice scopo di proteggere gli oggetti facendoli arrivare intatti a destinazione e in più ci permette di scoppiare le bolle del materiale di cui è composto. A chi non è mai capitato?

Ma presto non sarà più possibile. La società produttrice dell’imballaggio, la Sealed Air, ha deciso di interromperne la produzione e realizzare un nuovo tipo di involucro molto simile al precedente che però non scoppierà.

Il Bubble Wrap venne brevettato nel 1961 da due ingegneri che successivamente fondarono la Sealed Air. Inizialmente pensavano di usarlo come tappezzeria, ma fu un fallimento. Solo in un secondo momento si decise di approfittare della significativa crescita del mercato delle spedizioni e utilizzare il Bubble wrap come materiale da imballaggio. Dopo anni di successo arriva il declino anche per questo tipo di prodotto. L’avvento dell’e-commerce ha infatti notevolmente ridotto le spedizioni su larga scala e la necessità di limitare al massimo i costi di spedizioni. Il problema principale di questo tipo di imballaggio in plastica è che occupa troppo spazio, trasportare i rotoloni alle aziende di spedizioni ha costi molto elevati.

Gli ingeneri della Sealed Air hanno quindi pensato ad un nuovo prodotto, iBubble Wrap, molto simile al precedente, ma con la particolarità di nascere sgonfio. Viene gonfiato solamente una volta giunto a destinazione attraverso una pompa fornita ai clienti. Questo permette di ridurre ad un cinquantesimo lo spazio utilizzato per il trasporto. Ma è qui che nasce l’inconveniente, per gonfiare le bolle a destinazione è necessario che queste siano comunicanti tra di loro per permettere il passaggio dell’aria. Una singola bolla d’aria scoppia, ma tante collegate tra loro semplicemente si sgonfiano, senza il famigerato “pop”. Questo video ci ricorda cosa ci stiamo perdendo e la fine di un’epoca.