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Dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità giunge la conferma di qualcosa di cui si parlava da tempo. La carne, soprattutto quella lavorata, è altamente cancerogena, quanto il fumo.

Si tratta quindi di salsicce, wurstel, hot dogs, carni in scatola, prosciutto e tutte quelle che hanno subito processi di salatura, polimerizzazione, fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altre trasformazioni. Da oggi rientrano tutte nel gruppo 1 delle sostanze che causano il cancro.

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Il gruppo di lavoro ha classificato il consumo di carne lavorata nel gruppo 1 in base a una evidenza sufficiente per il tumore colorettale. Inoltre è stata trovata una associazione tra consumo e tumore allo stomaco. La possibilità di errore non può invece essere esclusa con lo stesso grado di confidenza per il consumo di carne rossa“. Questo è quanto si legge nel documento elaborato dall’Oms.

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Meno pericolose, quindi, le carni rosse non lavorate come manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra, che vengono considerate ‘probabilmente cancerogene‘.

Non si è fatto attendere il commento di Carmine Pinto, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM): “La decisione della International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Oms di inserire carni lavorate e carni rosse nella lista delle sostanze cancerogene è un invito a tornare alla dieta mediterranea. La Iarc conferma dati che conoscevamo da tempo, ovvero che la presenza di conservanti o di prodotti di combustione in questi alimenti è legata ad alcuni tipi di tumore. Per quanto riguarda le carni rosse è una questione di modalità e di quantità, non esiste una ‘soglia di esposizione’ oltre la quale ci si ammala sicuramente. Il messaggio che dobbiamo dare è che la carne rossa va consumata nella dovuta modalità, una o due volte a settimana al massimo.