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Il forno a legna c’è, gli ingredienti sono quelli di altissima qualità e non manca neanche il basilico. Non siamo in una classica pizzeria, ma a bordo di un’Apecar. È così che Giovanni Kahn della Corte, imprenditore napoletano, ha ideato la prima pizzeria itinerante Johnnypizzaportafoglio che conduce la tradizione partenopea in giro per l’Italia.

E se tradizione deve essere da Johnnypizzaportafoglio la pizza non poteva che essere servita come si fa ancora nel centro storico napoletano a portafoglio, appunto, piegandola cioè in quattro e servendola nel particolarissimo foglio di carta paglia.
La pizza è così on the road e sono già tanti i marchi che hanno richiesto di personalizzare la propria pizzeria Apecar. L’obiettivo è infatti quello di creare una vera e propria rete di forni a legna sul tre ruote in stile franchising e totalmente personalizzabili.

Dopo un periodo a Londra, Giovanni è tornato nella sua Napoli coniugando alla perfezione lo street food di tradizione anglossassone con l’eccellenza partenopea. E a bordo del mitico Apecar intende, tappa dopo tappa, portare lontano la sua Napoli.
Blog di Lifestyle ha incontrato Giovanni Kahn della Corte per scoprire qualcosa in più sul suo progetto di street food.

Giovanni ti presenti ai nostri lettori?

Vanto un’esperienza ventennale nel settore della ristorazione, nasco con il gruppo Rosso Pomodoro e ho avuto tante esperienze in tutta Italia e all’estero, soprattutto a Londra. Oggi posso dirlo: tocco l’apice del successo grazie all’Apecar che rappresenta la vera innovazione tra le mie creazioni.

Com’è nata l’idea di “Johnnypizzaportafoglio”?

L’idea è nata quasi per gioco, dopo una breve esperienza a Londra dove c’era un modo diverso di interpretare lo street food, più rispettoso anche del contesto circostante. Qui in Italia abbiamo sempre assistito a forme “abusive” di street food, raramente curate nei minimi dettagli.
Il senso è di far evolvere quest’approccio considerando che le nostre materie prime sono eccellenti e valorizzano l’attività che fino ad oggi era stata sottovalutata, ovvero quella del cibo da strada nostrano.

Cosa ha l’apecar della classica pizzeria?

Per il momento è una pizzeria itinerante con una canna fumaria smontabile, forno a legna, tavoli da lavoro a scomparsa, quindi non è un luogo di produzione del prodotto dato che l’impasto deve provenire da una pizzeria, ma è un luogo di farcitura e cottura.
Ovviamente è necessaria una perfetta sinergia tra il pizzaiolo e il fornaio: con una pizzeria di riferimento riescono a far arrivare l’impasto con un furgone refrigerato, ecco che da lì l’apecar potrà sfornare un prodotto eccellente.

Stiamo assistendo a una rivalutazione della cultura del cibo da strada, qual è secondo te l’elemento vincente?

In questo caso parliamo di un’eccellenza: impasto a doppia lievitazione, forno a legna, servizio veloce e ovviamente costi ridotti. Ma prima di tutto c’è la genuinità delle materie prime.
L’orientamento è stato quello del rapporto qualità/prezzo dato che la disponibilità media è cambiata, ed è qui il segreto del successo. Oggi tutti i ristoranti hanno costi di gestione elevati, con lo street food si agisce su quest’aspetto.
La filosofia ora è quella vincente, tutto ciò che è itinerante può essere associato ad attività commerciali.

Dopo l’estate “Johnnypizzaportafoglio” sbarcherà nella city londinese, come sarà stutturato il progetto?

Il nostro obiettivo è legare all’apecar itinerante anche uno store, già abbiamo trattative e penso che per ottobre riusciremo ad arrivare a Londra. Sappiamo che la pizza è apprezzatissima: con un prezzo ridotto e le materie prime eccellenti sarà difficile sbagliare.

Qual è stato il primo apecar e che tipo di riscontro stai avendo?

L’apecar “Johnnyrossoapepomodoro” è stato il primo che ho dedicato appunto a Rosso Pomodoro per una questione affettiva. Attualmente abbiamo venduto 27 Apecar in tutta Europa.
Ovviamente tutta l’evoluzione dell’Apecar sta nel fatto che abbiamo in mente di sviluppare una rete di negozi con l’apecar all’interno. Nel cuore di Roma aprirà il “Take Uè”, giocando sul mix di napoletano e inglese.

Dove ti porterà la tua pizzeria itinerante?

È difficile stabilire le destinazioni, quando si parla di street food si può evolvere in qualsiasi parte del mondo, è una cellula impazzita. Il progetto è in fase di start up, ma le richieste sono già tante.