lunedì, 15 Dicembre 2025

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Progetto beneficenza Ikea: un peluche per l’istruzione (FOTO)

Pomeriggi passati con pastelli di cera, cartoncini e forbici a punta arrotondata. Questi sono gli allegri ricordi dell’infanzia. E quale bambino non ha sempre sognato che una degli animali disegnati potesse diventare concreto?
Da oggi è possibile.

Il colosso svedese Ikea ha selezionato dieci disegni di bambini da tutto il mondo e ha fabbricato un peluche che riproducesse ogni creazione.

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Dal pennarello alla stoffa. Il topo, il dinosauro, la tigre, il pipistrello, la puzzola, l’unicorno, l’uccellino e tre mostriciattoli verde, blu e giallo. Sono questi i pupazzi venduti in ogni store a partire dall’irrisorio prezzo di 0,99 centesimi.

Dall’1 Novembre 2015 al 2 Gennaio 2016 Ikea Foundation devolverà il ricavato di queste vendite in beneficenza alle fondazioni UNICEF e Save The Children. Un peluche per l’istruzione è il nome dell’iniziativa che si protrae ogni anno dal 2003. In questi anni sono stati raccolti 84 milioni di euro che hanno permesso di aiutare 11 milioni di bambini in 46 diversi paesi.

Dalla creatività alla solidarietà.Non solo il peluche dei sogni ora è concreto, lo è anche l’istruzione di un bambino.

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Partner sbagliato: il più grande rimpianto a 50 anni

Per molti il giorno del proprio matrimonio è uno dei più felici della propria vita, ma a quanto pare il romanticismo è qualcosa che raramente dura per sempre: un quinto delle persone al di sopra dei cinquant’anni afferma, infatti, che il proprio più grande rimpianto nella vita è aver spostato il partner sbagliato.

Una nuova ricerca incentrata sulle insicurezze delle persone di mezza età ha rivelato che il 18% degli intervistati rimpiange di essere convolato a nozze con il/la proprio/a sposo/a: e uno su dieci aggiunge addirittura che sulla propria lista delle cose da fare prima di morire c’è la voce “innamorarsi di nuovo”.

Considerato che bene o male il 42% dei matrimoni sfocia in divorzio, le statistiche sono deprimenti, ma in fin dei conti non così inaspettate. Martin Lock, a capo del sito Silver Surfers – sito dedicato agli ultra-cinquantenni, tra cui quelli che hanno commissionato il sondaggio – ha dichiarato: “È stato un po’ strano rendersi conto del fatto che a rimpiangere di aver sposato la persona sbagliata siano in così tanti, ma con una media di divorzi così alta come quella attuale, in realtà forse non lo è. Probabilmente le generazioni passate portavano avanti matrimoni duraturi perché il divorzio non era una cosa fattibile: ma ormai i tempi sono cambiati”.

Altri rimpianti molto comuni sono non aver viaggiato abbastanza per il mondo (23%) e non aver messo da parte abbastanza soldi per la pensione (19%). Altri ancora rimpiangono aver dato priorità al lavoro piuttosto che alla famiglia: il 17% di coloro che si sono sottoposti al sondaggio ha infatti ammesso di rimpiangere il fatto di non aver detto ai propri genitori quanto li amassero, così come il 15% avrebbe voluto chiedere di più ai propri nonni circa il loro passato.

‘Merry Christmas’, il primo SMS compie 22 anni

Short Message Service è l’acronimo della sigla SMS, il servizio di comunicazione per inviare brevi messaggi di testo che, oggi, compie 22 anni. Era infatti il 3 dicembre 1992, quando, Neil Papworth, ingegnere britannico della Vodafone, inviò il primo sms della storia da un computer a un cellulare con scritto ‘Happy Christmas’. Un anno dopo, nel gennaio del 1993, la Nokia lanciò sul mercato il primo cellulare in grado di mandare brevi messaggi di testo ad altri cellulari, aggiungendo alla tastiera numerica le lettere dell’alfabeto.
Ma i primi messaggini, però, potevano contenere solo 160 caratteri: è per questo motivo che iniziarono a diffondersi le abbreviazioni come ‘k’ o ‘x’ per abbreviare parole troppo lunghe.

Da quella data, gli sms di strada ne hanno fatta parecchia. Se vent’anni fa sembrava una vera e propria invenzione poter comunicare con semplicità attraverso pochi caratteri dal proprio cellulare, oggi la comunicazione è a portata di click. Potremmo mai vivere senza? Contate quanti sms mandate al giorno e la risposta vien da sè.

Facebook, Twitter e WhatsApp oggi sono sinonimo di comunicazione rapida e veloce. Inizialmente, sono stati i giovani a trainare la crescita dell’sms fino ai giorni nostri, epoca dei social network. La crescita degli sms è stata comunque rapissima: nel 2000 sono stati inviati 17 miliardi di messaggi di testo, nel 2002 ben 352 miliardi, nel 2004 918 miliardi. Nel 2008 gli utenti con Sim prepagata erano 2,8 miliardi e sono stati inviati 4.800 miliardi di messaggi di testo che nel 2011 sono saliti a 10.000 miliardi.

Numeri esorbitanti che ci fanno riflettere. Sì, perchè secondo studi sociologici messaggiare e chattare significare instaurare e mantenere un contatto, ma anche migliorare i nostri rapporti interpersonali. Mandare un messaggio ci consente di commentare in gran segreto qualcosa che non va con la collega che sta oltre la scrivania, inviare pensieri a persone con le quali non avremmo parlato volentieri e perchè no, giudicare con le amiche l’apetto fisico di un compagno di classe in tempo reale tra i banchi di scuola.

Per molti inviare un sms significa salvare una vita e fare del bene: è il caso degli sms solidali in caso di terremoti, tsunami e alluvioni. E ha dato modo ad Andrea Fantoni, tecnico informatico di Milano, di vincere nel 2006 il primo Campionato italiano di velocità di scrittura di sms, mettendo a segno un record da Guinness dei Primati.

Il successo avuto dall’sms negli anni ’90, lo sta avendo oggi la fotografia, prima chiamata autoscatto e adesso selfie: così importante da aver creato un nuovo social tutto per sè, Instagram. Ma questa è tutta un’altra storia.

Non ci resta che augurarti, caro SMS Happy Bday. Noi oggi, dopo 22 anni, lo scriviamo così.

Gli animali Disney contro il commercio di pellicce (FOTO)

Credit photo: www.movieforkids.it

Furry Tale Gone Bad” è il titolo della nuova raccolta di immagini realizzata dall’artista mediorientale Saint Hoax con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico contro il commercio di pellicce.

Il destino degli animali cosiddetti “da pelliccia” è assolutamente crudele: vengono allevati in pessime condizioni – tenuti in gabbia, dove non riescono nemmeno a muoversi, o al freddo, perchè solo così il pelo può diventare più folto – e spesso arrivano a preferire l’automutilazione piuttosto che continuare una vita che in fondo vita proprio non è.
E se non sono loro stessi ad uccidersi, la morte li aspetta comunque. Per ottenere la pelliccia, infatti, vengono usate delle barre metalliche che, collegate ad una batteria per automobili, paralizzano gli animali per poi scuoiarli.

Fortunatamente, ogni anno, sono sempre di più le petizioni e le campagne che cercano di difendere i diritti degli animali. E questa campagna ne è un esempio: non sono mai abbastanza i modi per dire no alla violenza, di qualunque forma essa sia.

Per questa campagna “Furry Tale Gone Bad“, Saint Hoax ha realizzato alcune immagini che raffigurano i famosi animali dei cartoni Disney. Ma non come siamo abituati a vederli. Simba, Timon, Bambi e altri sono rappresentati con il faccino triste e molto abbattuto, quasi sanguinanti. Tutto questo perchè sono vittime di violenze di chi vuole fare di loro delle banali pellicce. I piccoli cuccioli sono disegnati scuoiati, seviziati e senza il loro bel manto.

Sotto ad ogni foto c’è una scritta: “Animals are beaten, electrocuted or even skinned alive for their fur. Boycott fur” ovvero “Gli animali vengono picchiati, fulminati o anche scuoiati vivi per la loro pelliccia. Boicotta le pellicce“. La scritta è molto forte e dovrebbe servire a fermare un’industria che è terza per portata mondiale, dietro a quella illegale della droga e delle armi.

E non è la prima volta che l’artista mediorientale utilizza i personaggi dei cartoni Disney come oggetti per le sue campagne di sensibilizzazione: già lo aveva fatto in “Princest Diaries” contro le violenze sessuali sui minori e in “Happy Never After” contro gli abusi sulle donne.