lunedì, 15 Dicembre 2025

Costume & Società

Home Costume & Società Pagina 427
Notizie e tendenze sulla società, sul costume, sull’opinione pubblica e sul cambiamento generazionale

Felicità, sono i danesi che ne custodiscono il segreto

fanpage.it

Più il DNA di una popolazione si avvicina a quello dei danesi e più quegli abitanti sono felici. Lo dimostra una ricerca condotta da Eugenio Proto – studioso dell’università di Warwick – e pubblicata sulla rivista dell’Institute for the Study of Labor a Bonn.

Lo studio è nato da indagini su 131 paesi del mondo per stilare le classifiche di felicità delle diverse popolazioni. I territori con gli abitanti più felici sono risultati essere l’Olanda e la Danimarca. Negli ultimi posti invece grandi potenze economiche e politiche quali la Gran Bretagna e gli USA. Male anche l’Italia e la Francia.

Ma quello che più sorprende di questa ricerca sono stati i due esperimenti che Proto ha compiuto sulle popolazioni di tutto il mondo. Il primo step ha riguardato l’incrocio fra i dati genetici dei diversi individui con i risultati emersi dalle classifiche sulla felicità, prendendo come punto di riferimento la Danimarca.

Il risultato? Maggiore era la distanza genetica di una popolazione dai danesi – ovvero maggiori erano le differenze tra i due corredi genetici – minore risultava essere il livello di felicità e soddisfazione di quel popolo.

Nel secondo step i ricercatori hanno confrontato un particolare gene – il 5HTT – che esiste in due misure, una corta e una lunga: gli abitanti che presentano la taglia corta di questo gene corrono un maggiore rischio di cadere in depressione e di abbattersi facilmente. La forma corta del 5HTT nel popolo danese è praticamente assente: la popolazione è molto felice e quindi i sintomi depressivi sono quasi del tutto assenti.

Diversa è la situazione per una realtà come quella italiana: il basso livello di felicità e soddisfazione della popolazione della nostra penisola comporta di conseguenza anche una percentuale più alta di individui portatori della forma corta del gene 5HTT. Italiani popolo di depressi, verrebbe da dire. O forse di diversamente felici?

In fondo il segreto della felicità non è poi così inavvicinabile: basta solo un po’ di ottimismo e un pizzico di DNA danese in più.

Happy Meal salutari: i gusti non cambiano

Nonostante stiano promuovendo una nuova versione di Happy Meal, contenente una nutriente alternativa ad hamburger e patatine, le pubblicità di McDonald’s non otteggono effetti benefici: stando ai risultati di un recente studio dell’Università di Liverpool, queste reclame non solo non conducono i bambini a scegliere cibi più sani, ma addirittura li inducono a gradire il cibo spazzatura anche di più.

I ricercatori affermano che lo studio condotto mostra palesemente qual è il potere di McDonald’s, il colosso dei fast food accusato di aver aggirato con furbizia le regole relative alla pubblicità, cui spesso si attribuisce la responsabilità di incentivare l’obesità nei bambini.

Un Happy Meal contiene una portata principale (in genere un hamburger, un cheeseburger o una porzione piccola di McNuggets di pollo), una pietanza di accompagnamento (patatine fritte, fette di torta, insalata in alcune regioni) e una bevanda (latte, succo di frutta, un drink analcolico).

Nel corso della ricerca, a 59 ragazzini di età compresa tra i sette e i nove anni sono state mostrate diverse pubblicità di giocattoli. Gli è poi stato chiesto di scegliere un piatto principale, un contorno e una bevanda tra le opzioni disponibili per l’Happy Meal. Inoltre, gli è stato anche domandato quanto gli piacesse il cibo spazzatura. Lo stesso iter è stato ripetuto due settimane più tardi, sostituendo le pubblicità di giocattoli con quelle di McDonald’s stesso: davanti alle immagini di un Happy Meal con bastoncini di pesce, frutta e una bottiglia d’acqua, al momento dell’ordinazione i ragazzini continuavano ad accordare la loro preferenza ad hamburger e patatine.

Per di più, i bambini hanno ammesso di amare i fast food anche di più dopo aver visto le pubblicità degli Happy Meal. La ricercatrice Emma Boyland afferma che mostrare un contenuto a base di frutta e acqua piuttosto che di frappé e patatine non significa aver rispettato le regole pubblicitarie previste in ambito di pubblicità ai bambini, ma semplicemente averle aggirate con furbizia. Ciò vuol dire che i cibi ad alto contenuto di zuccheri e di grassi possono continuare a essere reclamizzati durante programmi molto popolari, guardati da milioni di bambini.

In un mondo ideale, le pubblicità per bambini sarebbero vietate” afferma la Dottoressa Boyland “Può sembrare una posizione estrema dire che non bisognerebbe pubblicizzare prodotti ai bambini ma sta di fatto che i bambini non contemplano le tecniche di persuasione e i pubblicitari non dovrebbero pilotarne le scelte“.

McDonald’s, dal canto suo, ha affermato di aderire ad alcune delle più rigide regole di marketing al mondo, di aver lavorato duro per migliorare i suoi menù e di non sponsorizzare cibi ad alto contenuto di grassi e zuccheri. Eppure un bambino su tre è comunque in sovrappeso. Le ricerche hanno inoltre mostrato che i bambini obesi sono fino a sei volte più a rischio di sviluppare problemi legati alla pressione alta – problematiche notoriamente coinvolte nelle patologie cardiache.

iHappy: Milano è la città più triste d’Italia

Milano è la città più triste d’Italia: è quanto riporta iHappy, l’analisi dell’osservatorio dell’Università statale di Milano per il 2014. Su Twitter, infatti, solo il 44% dei post su Milano sono felici. Il resto, purtroppo, solo lamentate, critiche, delusioni, proteste. Non si tratta di un’analisi con valore ufficiale: è semplicemente un divertissement, anche se realizzato in maniera scientifica con dati, percentuali e statistiche.

Voices from the blogs, osservatorio sul web dell’Università di Milano, ha pubblicato iHappy, la graduatoria della felicità italiana in base ai tweet. iHappy grazie all’analisi social del tweet più popolari sul web è arrivato anche a creare un ebook con la mappa della felicità in Italia, pubblicato proprio in occasione della Giornata internazionale della felicità, e può essere scaricato gratuitamente e in esclusiva su Corriere della Sera.it.

Se Cagliari, Lecce e Brindisi sono tra le città più felici di tutto lo stivale, all’ultimo posto troviamo la capitale della moda, la città del Duomo e dell’Expo, Milano. “La palma di capitale della felicità torna, almeno per quest’anno, alla Sardegna. Dopo Oristano (vincitrice nel 2012), stavolta è Cagliari ad aggiudicarsi il primato con il 67,4% di felicità. Al secondo posto troviamo Lecce (67,1%). Con poche eccezioni, le grandi metropoli finiscono invece in fondo alla classifica a conferma di un trend già emerso lo scorso anno. Tra inquinamento, stress, traffico, anomia ed emergenza abitativa la più triste del 2014 è stata Milano, ultima col 44,3% di tweet felici, sperando che almeno l’arrivo di Expo possa contribuire a far tornare il buonumore”.

Come sarebbero le eroine dei videogiochi con un corpo normale? (FOTO)

Chi di noi, ingenue ragazzette, non ha mai desiderato il décolleté di Lara Croft? E le forme di Bikini Girl in Grand Theft Auto V? E le lunghe gambe di Tifa Lockhart in Final Fantasy? Io sì, le ho desiderate tutte queste caratteristiche, immaginando il risultato della loro combinazione come Emily Ratajkowski. Ma ahimè, le gambe lunghe non le ho, porto una seconda scarsa e la silhouette non è proprio quella di Bikini Girl. Ma non mi lamento, perché siamo in maggioranza noialtre, quelle con qualche difettuccio e lasagna in più. Siamo di più noi lontane anni luce dalla Emily. E dobbiamo essere consapevoli che molte persone per rincorrere certi ideali di bellezza perdono la salute, il tempo, le gioie, la vita.

Così Photoshop oltre a togliere i brufoli dalla fronte delle modelle, si pone al servizio del sito Bulimia.com, dedicato a persone con problemi alimentari, per rendere più normali i fisici senza difetti delle eroine dei videogiochi. Così Lara Croft le tette le ha ancora, ma anche le maniglie dell’amore. Tifa Lockhart è sempre alta, ma le sue lunghe leve somigliano meno a tubi idraulici e più ad arti inferiori umani femminili. E Bikini Girl? Ha detto no agli addominali e sì al gelato al cioccolato sotto l’ombrellone.

Perché il gelato fa bene, così come la lasagna, la parmigiana e la pizza. Con moderazione e nelle giuste quantità. La stessa che rende equilibrata e in salute la nostra vita. Così alle anche ossute delle eroine, preferisco una pancia morbida da far ridere e parlare.