L’epidemia sta allarmando tutta l’Europa, come tutto il mondo da aprile 2014. La peggiore, da quando il virus Ebola è stato scoperto, nel 1976, in Congo e Sud Sudan. E oltre l’Europa e il resto del mondo, preoccupa coloro che si preparano all’arrivo del virus in Italia: secondo i dati, il rischio sarebbe del 5% circa.
Per questo serve avere maggiori certezze di fondo.
Cos’è il l’Ebola e come si manifesta?
È un virus molto aggressivo, che appartiene alla famiglia delle Filoviridiae, e che provoca svariati sintomi, come febbri emorragiche, dolori ai muscoli e disfunzioni del sistema nervoso centrale. Il periodo di incubazione (dal momento del contagio all’insorgenza dei primi sintomi) va da 2 a 21 giorni. La morte è fulminante e sopraggiunge con la stessa velocità.
Sono stati isolati finora cinque ceppi differenti del virus, quattro dei quali sono letali per l’uomo. Di solito il virus è molto infettivo e virulento, e quindi se colpisce una o due persone di un villaggio si diffonde con estrema rapidità.
Da dove proviene?
A trasportare il virus sarebbero le volpi volanti delle foreste tropicali, prive tuttavia di sintomi. Il passaggio a qualche altra specie e poi all’uomo attraverso il bush-meat, cioè la carne ricavata da animali selvatici come antilopi o scimpanzé, deve essere stato la causa e il principio dell’epidemia.
Come si trasmette?
Il virus Ebola si trasmette principalmente attraverso fluidi corporei, come muco, sangue, saliva, ma anche attraverso rapporti sessuali (sembra che il virus rimanga attivo nello sperma anche fino a tre mesi dopo la guarigione). È stata però confermata sugli scimpanzé la trasmissione aerea del virus. Nei villaggi la vicinanza dei vari membri della famiglia, favorisce la trasmissione del virus. Inoltre è contrai bile solo da persone che già hanno presentato i sintomi tipici.
Quanto è pericoloso?
La sua percentuale di fatalità è del 68%. Finora ha colpito piccoli agglomerati in posti remoti, sterminando gran parte della popolazione presente. Lo sbarco nelle grandi città, favorirebbe le condizioni per una epidemia.
Perché la scopriamo solo ora?
Probabilmente a causa dell’incremento della penetrazione nelle foreste da parte delle compagnie di legname e minerarie.
Esiste una cura?
Nonostante alcuni tentativi, non ci sono ancora metodi clinicamente riconosciuti. Con la somministrazione di antipiretici e del farmaco Zmapp, è possibile la sopravvivenza, come già avvenuto in due casi.
Potete seguirne gli sviluppi le informazioni di base, la storia del virus, gli aggiornamenti sull’epidemia, il punto sulla sperimentazione, attraverso la diffusione e dati dell’Oms, con gli aggiornamenti pubblicati nella pagina Speciale Virus Ebola.