Darsi alle compere sfrenate dopo aver sofferto per la rottura di una storia d’amore è il peggiore attentato che si può fare alle proprie finanze: a sostenerlo sono dei ricercatori che, monitorando più di 2.000 donne, hanno scoperto che fiondarsi nei negozi subito dopo essersi lasciate col partner costituisce un vero e proprio pericolo, portando le disperate clienti a spendere molto di più rispetto a quanto spenderebbero in qualsiasi altra circostanza.
Cuori infranti, mani bucate, dunque: stando ai dati emersi dallo studio, infatti, le donne tendono a spendere in media più di 50 euro in abiti, scarpe e accessori nuovi pur di lenire il loro dolore (contro i 48 spesi non appena percepito lo stipendio e i 35 che “ci si lascia sfilare” quando l’intenzione iniziale era soltanto quella di dare un’occhiata alle vetrine o ai negozi on-line).
Andy Oldham del sito cashback Quidco.com (uno di quelli che permettono alla propria utenza di guadagnare, per intenderci), tra i principali fautori della ricerca, ha notato come effettivamente fare shopping venga a configurarsi come una sorta di terapia: “Tuttavia – ha affermato – le donne dovrebbero prestare attenzione a non spendere troppo, per non finire col rimpiangere la propria avventatezza il giorno dopo“.
Dallo studio si apprende, inoltre, che sono ben 9 su 10 le donne che hanno ammesso che il proprio stato d’animo può condizionare la cifra che spendono quando si danno allo shopping. E più della metà ha addirittura confessato di evitare del tutto di andare per negozi se si sente particolarmente giù, proprio perché consapevole del fatto che finirà con lo spendere troppo. “Per alcune – continua Oldham – non c’è sensazione migliore di quella provata mentre si impugna la propria carta di credito in fila alla cassa o mentre si clicca per il pagamento on-line degli articoli nel proprio carrello virtuale. È qualcosa che può davvero aiutare a sentirsi meglio, perciò non deve meravigliare che molte donne si diano allo shopping nei momenti di tristezza“. Anche la noia e i litigi sono motivi di compere, spingendo le donne a spendere in media rispettivamente 34,50 e 32 euro. Fare acquisti dopo una “giornata no” al lavoro, invece, costa intorno ai 30 euro.
I ricercatori, peraltro, hanno riscontrato che il 56% delle persone evita di fare shopping dopo una brutta giornata perché sa che finirà per spendere più di quanto in realtà vuole. Una donna su due, per di più, arriva a disertare i negozi soprattutto se in compagnia perché teme l’eventualità di trovarsi a chiedere un prestito a chi le sta accanto. Un buon 79% si impone, allora, una soglia-limite per non incorrere nel rischio di spendere troppo: un espediente cui affidarsi per evitare che il tracollo emotivo si trasformi, per giunta, in disastro finanziario.