Ieri, a Bologna, si è svolta la seconda edizione del “Curvy Pride”, il flash mob per dire basta alla “dittatura della taglia 38”. Perchè magro non significa necessariamente bello. La mente dietro questa manifestazione è Marianna Lo Preiato, imprenditrice, napoletana di origine.

L’obiettivo del Curvy Pride è quello di dar voce alle taglie morbide, perchè dietro ogni taglia c’è una persona.
L’evento sta avendo sempre più successo e sempre più attenzione da parte di tutti.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo intervistato proprio Marianna Lo Preiato che ci ha parlato dell’evento, ma non solo.

Ciao, Marianna, innanzitutto ti presenti alle nostre lettrici?

Io sono Marianna Lo Preiato, sono napoletana, ho 42 anni, sono un’imprenditrice, sposata e con una figlia di 13 anni.

Ieri si è tenuto a Bologna il “curvy pride”, un flash mob per rilanciare le forme della donna, quella in carne, in salute. Come nasce l’idea?

L’idea nasce perchè, avendo un negozio di abbigliamento per forme morbide, l’esperienza del mio lavoro mi porta a voler dire al “mondo intero” che non solo le donne magre, filiformi possono avere successo o essere privilegiate sotto vari punti di vista. Per esempio spesso non si riesce a trovare vestiti della propria taglia in un negozio. La maggioranza siamo noi – anche io sono una donna morbida- e il messaggio che ci trasmettono i media, i social network, le pagine dei giornali non è veritiero.
Questo è il secondo anno che organizzo il curvy pride. Io parlo del quotidiano, di quello che può essere il disagio di una donna, una ragazza che entra in un negozio e non trova la propria taglia, magari una 46 e sentirsi discriminata. Come se non ti devi vestire, non devi trovare nulla per te, perchè i modelli dei nostri stilisti, dei nostri brand arrivano fino alla 44. Insieme alla mia esperienza, al comune di Bologna che ha appoggiato questa iniziativa, alla Fanep che cura i disturbi alimentari da 30 anni e all’agenzia che mi ha aiutato a realizzarlo, Studio Endorfine, questa iniziativa è stato un gran successo.
Noi non facciamo assolutamente la lotta contro la magrezza o la festa del grasso. Assolutamente. Ma la cosa importante è l’equilibrio mentale. Si può avere la 42 e stare bene come si può avere 5 chili in più ed essere ugualmente sani e belli. La nostra vita non deve essere condizionata dai chili perchè dietro questi chili ci sono delle persone, delle donne, e molte volte ci sono anche dei dolori. Io mi sono battuta molto, perchè le mie donne, le mie femmes, mi hanno regalato tanto e io ho voluto portare avanti questo messaggio. L’anno scorso sono venute 100 donne, quest’anno 300. E noi da lunedì già inizieremo a lavorare per il curvy pride 2015, perchè il messaggio che diamo è positivo.

Un grande successo, la partecipazione di più di 300 persone. Vediamo la figura della donna curvy in tutte le opere d’arte più famose. Da sempre, la donna formosa è sinonimo di femminilità e bellezza. Perchè oggi vige la “dittatura della taglia 38” per così dire? Cosa è cambiato in questi anni?

La colpa è degli stilisti, che hanno portato in passerella top model magrissime. Negli anni ’90 Naomi Campbell ed altre erano l’eccezione e nessuno mai si sarebbe permesso di dire che sembrassero anoressiche perchè non avevano un’eccessiva magrezza, non sembravano aver patito. Erano nate così, altissime, bellissime e levissime. Da li in poi è scattato qualcosa. Tutti si sono voluti mettere a quel livello. C’è stata una guerra tra queste donne. In realtà, a mio avviso credo sia una violenza anche per loro. Pensa ad una donna di spettacolo, che se non è bella, magra e tirata sempre non la fanno lavorare. Ma non si è sempre giovani. Fino a ieri avevo 30 anni ora ne ho 42, ma io la mia vita la vivo ugualmente anzi, vado avanti nei miei progetti. Loro sono penalizzate in tante cose. Noi dobbiamo portare avanti il messaggio della “normalità”, anche di un’imperfezione che ti rende unica, bellissima.
Il messaggio va a queste ragazze, che stando sui social, aldilà dell’equilibrio familiare, nella loro testa può scattare qualcosa e possono iniziare a pensare: “oddio, non sono bella” “sono obesa” “non mi vorrà nessuno”. Come si fa a crescere dei figli così?

Sono previsti altre eventi simili in altre città?

Adesso noi ci mettiamo di nuovo al lavoro per il 2015 e poi vediamo gli sviluppi che ne verranno fuori. Sicuramente c’è stata una grande attenzione, il Messaggero ci ha dedicato un’intera pagina, Tgcom24, Italia1 ci hanno dato molta attenzione. Ma non sono solo io, c’è Studio Endorfine che crea l’evento e la Fanep e il comune di Bologna che ha aderito.

Il curvy pride ha voluto sostenere la Onlus Fanep che si occupa di disturbi del comportamento alimentare. Anoressia e Bulimia, sono due delle malattie più comuni tra le ragazze sotto i 25 anni. Due facce della stessa medaglia o due mali uno all’opposto dell’altro?

Sono due facce della stessa medaglia, perchè uno va dietro all’altro.

Purtroppo è recente la vicenda del ragazzino di 14 anni di Napoli, vittima di sevizie e bullismo perché “obeso”. Quanto pensi che le istituzioni come la famiglia, la scuola pesino nella formazione di certi disturbi, che come abbiamo visto negli ultimi anni coinvolgono sia ragazzi che ragazze? Quale potrebbe essere una soluzione?

Bisogna educare prima la famiglia per far si che questi ragazzi crescano serenamente. Ovviamente, ripeto io non faccio l’inno all’obesità, ma adesso con Fanep c’è “Bologna del Food”, ma non nel senso di mangiare da fast food e riempirsi di schifezze. Mangiamo sano, ma può essere che qualcuno sia in sovrappeso, anche leggero ma con un equilibrio mentale sano e vivere comunque benissimo. Sia l’obesità che l’anoressia sono due malattia e noi non vogliamo negare questo. E per la famiglia, a volte è difficile affrontare certi temi, perchè i ragazzi sopratutto dai 13 anni in poi vivono nel loro mondo e adesso non comunicano neanche più tra loro ma attraverso i social che è ancora più difficile.
La soluzione sarebbe che i media, televisioni, giornali ecc, facessero un’informazione più corretta. Non possiamo pensare di essere perfette. E magari evidenziare difetti, come la cellulite, che sono normalissimi e comuni non è corretto. Per i personaggi famosi è anche una tortura perchè ovviamente io, se ho la cellulite, mi rimane nei pantalone, perchè nessuno mi fotografa, ma loro non possono permetterselo. Torniamo alla normalità, guardiamo le donne degli anni ’50 che erano stupende e morbide. Io ho sbagliato epoca, dovevo nascere prima.

Che messaggio ti senti di dare alle nostre lettrici che, sommerse da stereotipi femminili, cercano disperatamente di raggiungere certi modelli e che si sentono a disagio nel loro corpo?

Tutte noi siamo sempre a dieta. La dieta nasce con noi. Non appena nasci donna la dieta diventa parte di noi. E non ti sto dicendo di non fare la dieta. Ma dieta nel senso di corretta alimentazione. Se uno mangia bene, sano, regolarmente, e una volta fai uno strappo alla regola non puoi e non devi sentirti in colpa.
Per fortuna rispetto a prima ci sono molti più negozi dove vestirsi anche se si ha qualche chilo in più.
Io perchè ho ideato tutto questo? Perchè ci sono donne che possono anche essere 100 chili ma hanno un sex appeal che una ragazza che ne pesa 50 si può solo sognare. In una donna curvy, anzi donna normale, trovi delle qualità, del fascino che magari in una stupenda e bellissima donna magra non trovi.
Noi siamo più felici, siamo solo un pò arrabbiate perchè veniamo screditate dalle pagine patinate. Non dalla società perchè per fortuna ci sono donne in carne che rivestono ruoli importantissimi e che sono molto affascinanti. Il concetto è “sei magra, hai tutto. Non sei magra non hai niente”. Non è assolutamente così. E bisogna fermare questo messaggio dannoso.

Il curvy pride sta avendo sempre più seguito. E ci auguriamo che continui così. Che sia arrivato il momento della svolta? Un messaggio che ci sentiamo di dare noi è solo quello di inseguire la felicità, con qualche chilo in più o in meno non importa.
Educhiamo i nostri figli a volersi bene e facciamolo dandogli il buono esempio.