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Morire fianco a fianco, mano nella mano, occhi negli occhi. Questo è l’ultimo desiderio di Francois e Anne, una coppia ottuagenaria belga che ha scelto il suicidio assistito per concludere un percorso di vita di coppia.
Dopo 60 anni di matrimonio, infatti, i due hanno paura di rimanere vedovi; per questo hanno deciso di morire insieme, rivolgendosi all’eutanasia.

Fa discutere in Belgio questo, ma loro dicono – al quotidiano Moustique – “Siamo soddisfatti del tempo vissuto, siamo stati sempre insieme. Se uno dei due morisse sarebbe impossibile per l’altro andare avanti: non vogliamo affrontare la sofferenza della solitudine”.
Niente di più semplice. Niente di più ammirevole. Niente di più che un vero atto d’amore.

Originari di Bruxelles, 89 anni lui, 86 anni lei, entrambi hanno problemi legati all’età avanzata: come ad esempio assistenza nell’alimentazione e nelle uscite. Per di più, lui si sta curando da vent’anni per un cancro alla prostata, e non può fare a meno di una dose quotidiana di morfina, lei invece è parzialmente cieca e quasi totalmente sorda. Però sono autosufficienti, e riescono a vivere la loro vita e la loro quotidianità regolarmente, uscendo anche tutti i giorni a fare la spesa – ovviamente insieme “per il timore che l’altro possa non tornare”.

Anche i figli di Francois e Anne sono d’accordo a porre fine così al loro matrimonio, alla loro vita.
Jean-Paul, 55 anni, il maggiore dei tre figli, ha detto: “Non avremmo la possibilità di prenderci cura di nostro padre o nostra madre, una volta vedovi. È giusto che possano morire insieme, se è quello che vogliono. È la soluzione migliore”
È stato lui, inoltre, ad occuparsi degli aspetti pratici di tutta la vicenda, trovando, dopo vari tentativi, una clinica delle Fiandre – regione dove viene praticato l’82% dei casi di suicidio assistito nel Paese – disposta a procedere all’eutanasia anche in mancanza di condizioni mediche valide.

Per ottenere il via libera la coppia in questione dovrà ricorrere al concetto di “sofferenza psichica”, in questo caso dovuta alla paura di rimanere soli.
Si tratta di una possibilità ammessa dalla legge e che viene utilizzata sempre più di frequente. L’anno scorso, infatti, la transessuale Nancy Verhelst, 44 anni, aveva ricorso all’eutanasia dopo che i dottori avevano bocciato la sua richiesta di un’operazione per cambiare sesso. L’introduzione di di questo genere di motivazione ha però aumentato le polemiche su questa pratica di suicidio assistito.

Francois e Anne sono incuranti delle polemiche e si preparano, insieme, alla “dolce fine”, parlando della loro morte come se stessero fissando una vacanza. L’appuntamento è fissato al tre febbraio del prossimo anno, giorno del loro 62esimo anniversario di matrimonio; l’ultimo di un’intera vita affrontata insieme, anche nella morte.

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