Perché dovremmo mandare i nostri figli alla scuola Montessori? Già, perché ci va anche il principino George, figlio della bellissima Duchessa Kate Middleton e di William. La scelta è stata un omaggio anche al passato della mamma, Lady Diana, che ha insegnato in una scuola che seguiva il metodo Montessori – ideato nel 1907 a Roma da Maria Montessori. Questo metodo è praticato in circa 20.000 scuole in tutto il mondo, al servizio dei bambini dalla nascita fino a diciotto anni. La pedagogia montessariana si basa sull’indipendenza, sulla libertà di scelta del proprio percorso educativo (entro limiti codificati) e sul rispetto per il naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino.
Anche la Royal Family ha sposato il metodo Montessori, considerandolo tra le forme di istruzioni più corrette e consigliate. Ma perché anche noi, seguendo il loro esempio, dovremmo mandare i nostri figli alla scuola Montessori?
Le classi sono di età mista per fascia di età (0-3, 3-6, 6-12, 12-18), in modo da stimolare la socializzazione, la cooperazione, l’apprendimento tra pari. La libera scelta del discente del proprio autonomo percorso educativo (quindi delle attività da svolgere e di quanto tempo dedicare loro), all’interno di una gamma di opzioni predisposte dall’insegnante, potrà permettere allo studente di applicarsi in modo più produttivo. I blocchi orari di lavoro didattico sono lunghi e senza interruzioni (idealmente di tre ore), in modo da concentrare tutte le attività. All’interno di queste scuole c’è un’organizzazione delle attività educative predisposte, dei laboratori, degli ambienti e dei materiali didattici a disposizione, che favorisce l’apprendimento per scoperta e per “costruzione” delle conoscenze poste nella zona di sviluppo prossimale di ogni singolo studente (sulla base di un modello psicopedagogico costruttivista). Il materiale didattico specializzato, inoltre, sviluppato e perfezionato da Maria Montessori e in seguito dai suoi collaboratori, consente l’apprendimento per scoperta, l’utilizzo raffinato dei sensi, l’autocorrezione.