Il Festival delle Lettere celebra il suo 10° anno con una settimana interamente dedicata alle missive. Nella bellissima e calda atmosfera del Teatro Litta di Milano tanti i temi affrontati. Uno dei più belli, “lettere ad un ex” ha visto come protagonisti di bellissimi messaggi volti noti del mondo dello spettacolo, da Fabio Troiano a Stefano Gabbana, Carolina Crescentini e tanti altri.
Noi di Blog di Lifestyle abbiamo avuto l’onore e l’esclusiva di parlare con Luca Carminati, presidente del Festival delle Lettere, quest’anno alla 10ª edizione targata 2014.
Il festival delle lettere: come, quando e perché nasce quest’idea di celebrare con questa bellissima manifestazione la lettera, la parola?
Nasce tutto 10 anni fa, questo è il nostro 10º compleanno, da un’intuizione di Marco Corbani, il direttore artistico. È semplicemente nato tutto una sera, rientrando a casa, quando in metropolitana si interrogò sul fatto che effettivamente pensavamo di aver perso questo modo di scrivere, di comunicare, che rimane ancora molto carico di emotività. Andiamo cominciato a lavorare sulla lettera in quanto elemento pieno e ricco di emozioni, vero. È un territorio universale perché non devi gestire tecnologie, non devi avere strumenti particolari: tutti possono scrivere, tant’è vero che al Festival delle Lettere scrivono dai bambini di quattro anni fino ad una nonnina di 97 anni; ci rivolgiamo a tutta Italia, 20 regioni e tutte le età.
Uno dei temi della serata è stato “lettera ad un ex” che ha visto la partecipazione di molti volti noti dello spettacolo: adesso, quanto la tradizione della scrittura di una lettera, soprattutto d’amore, si è persa tra i giovani?
Secondo noi i ragazzi tendono ad accorciare un po’ tutto, anche nella vita, nella relazione, nell’attesa; hanno bisogno di uno stimolo in più rispetto a quello che tipicamente è per loro più comodo gestire, come per esempio i social network. Secondo me non si è perso, è un modo che deve affrontare nuove sfide anche per riportare in auge il senso della lettera. Uno dei nostri concorsi è “lettera a metà” che invita due persone a scrivere da una parte e dall’altra di uno stesso foglio pensieri per far rinascere nel cuore, anche dei ragazzi, il desiderio di comunicare con la scrittura.
Quanto sono importanti le parole?
Sono importanti. Resto dell’idea che siamo quello che facciamo più di quanto diciamo, però le parole contano ancora molto, soprattutto perché la parola detta nel momento giusto o al contrario detta nel modo sbagliato segna positivamente o negativamente.
In un mondo fast come può essere il 21º secolo dovremmo fermarci di più e scrivere di più?
Dovremmo fermarci di più e pensare di più e scrivere di più. Quando ti metti di fronte ad un foglio bianco e cominci scrivere una lettera stai immediatamente segnando un momento solenne anche solo per il fatto che non rappresenta una quotidianità: c’è qualcosa di davvero importante. È come una certificazione, quindi sì, prendiamoci il tempo e scriviamo, perché abbiamo voglia di condividere.
Carolina Crescentini rievoca il ricordo di un ragazzo scomparso, Stefano Gabbana parla del suo amore eterno nei confronti di Domenico Dolce: la scrittura può essere sia un modo per dichiararsi, per dire cose che probabilmente non si è mai avuto il coraggio di dire, ma anche un modo per ricordare e quindi segnare in eterno qualcosa che così sarà destinato a non scomparire?
Queste tema è molto caro per noi: ogni anno, infatti, attiviamo un tema che è quello della “lettera nel cassetto”, una lettera che deve avere almeno vent’anni, e ci siamo immaginati che probabilmente tra vent’anni non avremo più le e-mail stampate, le missive non saranno più conservate negli hard disk di computer e scompariranno per sempre. E invece le lettere ci arrivano, arrivano anche quelle più vecchie: abbiamo ricevuto delle lettere bellissime scritte ancora con una grafia molto ricercata, proposte di matrimonio, parole che arrivano dalla fine del 15º secolo. Abbiamo richieste di persone che hanno scambi epistolari, ricordi di famiglia che non sanno più dove conservare e ci chiedono disponibilità di accoglierle e archiviarle per loro. È un patrimonio che rimane.
Scrivere è come?
Scrivere è come come sognare, e parlare, soprattutto con il cuore.