Trent’anni fa, Rock Hudson confessò al mondo di essere malato di Aids ed essere omosessuale, dando il via a una stagione mediatica che ha contribuito alla lotta contro questa malattia, e trovando i fondi necessari per contrastarla con trattamenti sempre più efficaci. Tuttavia l’Aids non se n’è mai andato e ogni anno ci sono due milioni di nuove infezioni Hiv. In occasione del 1° dicembre 2015, Giornata Mondiale di Lotta all’Aids, l’invito è perciò questo: non abbassare la guardia. Anche se negli ultimi anni non ci sono più campagne importanti contro Aids e Hiv, è bene ricordare che il numero delle infezioni non è diminuito, anzi, è aumentato costantemente, sopratutto in Europa e in Italia, dove ha raggiunto dei numeri allarmanti. Analizziamoli per capire meglio la situazione.
Ogni 100 mila abitanti, ci sono 6,1 nuovi casi di sieropositività e i più colpiti sono i giovani tra i 25 ed i 29 anni, afferma il Centro Operativo Aids dell’Iss. Non solo: nell’84% dei casi il contagio avviene attraverso rapporti sessuali senza preservativo, che accadono nel 40% casi dei tra omosessuali maschi. Il mancato calo delle nuove diagnosi, unito comunque alla bontà delle cure per chi scopre di avere un’infezione, fa sì che nel nostro Paese ci siano 140mila sieropositivi, il numero più alto d’Europa. Come bisogna fare per prevenire il problema?
Uno studio del Cdc di Atlanta ricorda che l’assunzione dei farmaci prima di contrarre l’infezione ridurrebbe i contagi del 90%, tuttavia non è molto conosciuta neanche dai medici oltreoceano, tanto che oltre un terzo non ne ha mai sentito parlare. Da questi dati si deduce che poco e niente è stato fatto per prevenire. Se si confrontano le stime del 2014, registrate da un rapporto Oms-Ecdc, le infezioni erano 142mila nei 53 paesi della regione europea dell’Oms, di cui circa 30mila nella sola Unione Europea, il numero più alto mai visto da quando è iniziato il conteggio.
Il vero problema di trasmissione è quindi generato dai rapporti omosessuali non protetti. “Le diagnosi di Hiv tra uomini che fanno sesso con uomini sono aumentate ad un allarmante tasso del 42% nel 2014 rispetto al 30% del 2005 in quasi tutti i Paesi europei”, ha sottolineato Andrea Ammon, direttore Ecdc. Bisogna perciò spingere nelle campagne di prevenzione, coinvolgere le persone e invogliarle ad usare il preservativo, come unico ‘scudo’ in grado di proteggerci da questa malattia.