Le comitive sono una roba meravigliosa: una sorta di piccola fiction nella quale ognuno recita una determinata parte. Proprio come nei telefilm anche li si possono individuare personaggi ben definiti: quello intelligente, il raccomandato figlio di papà, lo squattrinato, la strafiga, il secchione e il tirchio.
Ogni comitiva che si rispetti possiede almeno la metà di questi elementi, ma in questa sede ci occuperemo di delineare la personalità dell’amico spilorcio.
Avere le braccia di un canguro può essere avvilente, specie se devi raggiungere l’ultimo scaffale del supermarket. Ma la difficoltà più grande sta nell’arrivare alla tasca, ovvero quello scrigno misterioso nel quale si trovano le monetine.
Il taccagno non conosce serenità: sta a contare il centesimo in ogni momento della sua esistenza. Con lui hanno vita corta i venditori di rose e le vecchiette che raccolgono le offerte durante la messa: il vero pidocchioso sopravvive a situazioni di questo tipo, con la stessa ostinazione del coccodrillo quando si estinsero i dinosauri.
E se è vero che certi rettili hanno vita lunga, potremmo dire lo stesso di tutti quei soggetti che hanno impatto sull’ambiente quanto le caccole del nostro naso.
Scrocca le sigarette
Nella mente dell’amico taccagno la sosta dal tabaccaio è peggio di una frustata sulla schiena: se ha dei vizi, toccherà agli altri pagarne il prezzo. Con le sigarette è più semplice, basterà chiederle per strada durante l’ora di punta per comporre un pacchetto intero. Ovviamente vuoto e vecchio di qualche anno, da usare come il dispenser del sapone che abbiamo in bagno.
Questa tipologia di persone rappresenta il male per gli altri membri della comitiva: tutti quelli che fumano dovranno considerare, oltre al proprio, anche il suo consumo medio di nicotina.
Al ristorante dice di avere già mangiato
Fin qui nessun problema, se non fosse che il pidocchioso prende comunque qualcosa da bere, conscio del fatto che i compagni non gli chiederanno mai di pagarsi la bibita. Il problema reale, però, è che lui di fame ne ha: con calma assaggerà le pietanze di ognuno dei commensali, fino a riempirsi lo stomaco ma senza tirare fuori un centesimo.
Quando decide di mangiare al ristorante…
La volta in cui lo spilorcio decide di sedersi e mangiare può avere due comportamenti diversi: se è a cena da solo (o con un’altra persona) tende a ordinare i cibi con i prezzi più modesti, così da non doversi esporre ad infarto; quando, invece, mangia in compagnia della comitiva al completo, tende ad ordinare il piatto più caro. Questo perché, nei gruppi in cui si divide il totale a persona, potrà concedersi ‘una botta di vita’ ammortizzando la spesa dell’astice da 60 euro al kg.
Se il taccagno non è ospite ispezionerà i prezzi del menu con la stessa attenzione di una desperate dinnanzi alle immagini di Rocco in Honduras; se, invece, sa di non dovere pagare il conto, richiederà al cameriere la maggior parte delle pietanze alla carta, e con sorpresa ordinerà una bottiglia del migliore Brunello di Montalcino.
Un’altro comportamento del tirchio al ristorante riguarda la divisione del conto, della quale insisterà per occuparsi: se la cifra è 22 euro a testa lui ne dichiarerà 25, attendendo che tutti abbiano pagato prima di corrispondere la sua quota, ovviamente ridotta grazie alla sua abile manovra. Inoltre lo scontrino subirà un controllo attentissimo, per la paura che ci sia anche soltanto un euro in più rispetto a ciò che è stato consumato.
Non prende mai la sua auto
Uno dei nemici più grandi del pidocchioso è il prezzo del carburante, che eviterà come l’amico con la mononucleosi. Egli inventerà le scuse peggiori per non prendere la sua auto, non compirà alcun gesto arrivati al casello, nè ci stupirà alla cassa del parcheggio. La sua espressione assumerà un aspetto simile a quella di Leonardo Di Caprio in Shutter Island: completamente lobotomizzata.
Ha sempre la carta di credito o il taglio di banconote più alto
Essendo più spilorcio di Paperone, il taccagno ha sempre una banconota da 50 o 100 euro in tasca, probabilmente risalente al 28 febbraio 2002 (giorno della entrata definitiva dell’euro). Al bar non esiterà ad ordinare tranquillamente un caffè o un aperitivo ma, quando si tratterà di pagare, esibirà la banconota da 100, di cui è gelosissimo, mettendo gli altri nella condizione di pagare anche la sua parte. Per non parlare di quelli che si nascondono dietro una carta di credito, e che dicono: ‘Fai tu, ho la carta, poi te li restituisco.’ Sarebbe bello poter loro spiegare che l’unico a non accettare la carta o il bancomat sia proprio il venditore di rose, e nel frattempo bastonarli senza pietà. La verità è che poi il buonsenso prevale sempre, e i piccoli truffatori spariscono per mesi, ricomparendo solo nel momento in cui il diritto di credito nei loro confronti sia andato in prescrizione.