Una nuova vita nel giorno della morte.
Un gesto coraggioso ricco di significato, quello di una giovane mamma francese, Mariane Wood, che ha dato alla luce suo figlio proprio il giorno dell’attentato al giornale satirico parigino, e ha voluto dargli lo stesso nome. “Je suis Charlie” si legge sul braccialetto dell’ospedale. Lo stesso hashtag #JeSuisCharlie sta facendo il giro del mondo, per dimostrare vicinanza e solidarietà alla testata giornalistica vittima dell’estremismo islamico.
Ma questa foto, più di altre rende l’idea della forza di un popolo, quello francese, che non si piega alla violenza, che non si arrende alla malvagità ma che combatte, per i propri diritti e per i propri ideali.
Nella giornata di oggi tutti i giornali e i vignettisti del mondo si sono schierati condannando il vile attentato, dimostrando che con una matita ci si può esprimere, molti di più di quanto si possa fare con un fucile automatico.
La violenza si combatte solo con la cultura. E questo non fermerà chi con una penna o una matita dà vita ai suoi e ai pensieri di un Paese intero.
Il piccolo Charlie rimarrà nella storia non solo per il nome che porta ma perché è simbolo di speranza di un mondo migliore, senza più stragi, senza famiglie che non vedranno tornare più a casa i loro cari, senza più odio, senza più attentati. Un mondo in cui regni l’amore e si conosca il valore della vita umana.
Non c’è modo migliore che rendere onore alle vittime dell’attentato di ieri. Perché loro sono eroi e non sono morti per nulla.