Vorrei conoscere una donna che si ama e accetta così come Madre Natura l’ha creata. Basterebbe davvero una per farmi ricredere. Anzi no, mi farebbe semplicemente capire che “l’eccezione conferma la regola“. Sì, perché la regola è che tutte noi vorremmo che esistesse un photoshop reale o un telecomando in grado di cambiare e modificare il nostro fisico come più ci piace. E sicuramente ogni giorno saremmo diverse, perché si sa che noi donne non ci accontentiamo mai.
Complice è anche la società di oggi, incline sempre più a canoni di una magrezza estrema e a modelli pseudo-perfetti che contribuiscono l’insorgere di complessi in ognuno di noi, già da età giovanissima.
Una visual artist statunitense, Kelsey Higley , ha deciso di denunciare e far prendere coscienza tutta la popolazione mondiale della direzione in cui stiamo andando. E si può dire che il mondo l’ha raggiunto, o almeno ci è riuscito il suo video di 126 autoritratti ripresi in stop motion in cui l’artista modifica il suo corpo.
In un minuto il corpo della giovane ragazza cambia forma più e più volte. Il seno diventa più grande o più piccolo, il ventre si fa piatto o si allarga, i fianchi diventano più stretti o più morbidi, ma anche gli occhi diventano più grandi. Modifiche rese possibile da quattro diverse fotografie di quattro ragazze la cui immagine è stata modificata digitalmente.
“Il video illustra gli effetti che i media e le opinioni pubbliche hanno sul nostro modo di guardare noi stessi. Ho scelto di usare la mia immagine per mostrare il conflitto interiore con la bellezza come una battaglia tra il desiderio di assomigliare ad altri e l’accettazione del mio corpo.” Così spiega Kelsey il suo lavoro.
Il talento sicuramente non le manca e la sua può essere anche vista come una battaglia per tutte quelle donne che non si accettano, che cercano di cambiare in tutti i modi anche ricorrendo a strumenti spesso pericolosi come la chirurgia estetica. Guardarsi allo specchio e vedere una nuova persona, più magra, più bella, è il desiderio di molti. Anche a costo di non riconoscersi più, anzi magari è proprio quello l’obiettivo: cambiare a tal punto da non essere più se stessi.
Ma, probabilmente, neanche allora saremo in grado di accettarci perché l’insoddisfazione, la nostra, ha una natura molto più profonda ed una o due taglie in meno non saranno sufficienti.