Gli archeologi indiani hanno scoperto che la canapa ha giocato un ruolo fondamentale nella preservazione delle antiche grotte di Ellora nella part ovest dello stato di Maharashtra. Nuove scoperte hanno dimostrato come l’argilla, la canapa e l’intonaco di calce abbiano impedito al patrimonio dell’UNESCO di crollare su se stesso.
La canapa, conosciuta anche con il nome di ganja o Marijuana, ha svolto anche la funzione di preservatrice delle opere pittoriche risalenti al VI secolo, mantenendo anche il sito archeologico intatto, almeno per quanto riguarda gli studi condotti dall’archeologo Rajdeo Singh e dal botanico MM Desai.
I due hanno utilizzato tecniche apposite come la spettroscopia a infrarossi e lo stereo microscopio per concludere che anche la sopravvivenza degli insetti è legata al mantenimento dato dalla canapa.
Con il passare dei secoli Ellora è riuscita a collezionare una serie di 34 grotte hindu e buddiste che rappresentano l’epitome dell’architettura rupestre indiana, come ad esempio i tempi, i monasteri, così come le viharas e le mathas, tirate fuori dalla roccia nella regione di Charanandri Hills.
Nonostante questo, però, l’utilizzo della cannabis per scopi del tutto personali è fuori legge e anzi, secondo lo stato, deve essere interrotto prima che si allarghi a macchia d’olio. Poiché anche il narcotraffico è un male che deve essere estirpato alla radice.