La casa delle bambole – Ghostland: recensione in anteprima
Pronti per una bella delusione?
- Le bambole non c’entrano nulla, non è un film di fantasmi
- è totalmente no sense e difficile da seguire
So che sto andando contro corrente e che Pascal Laugier sarà osannato come un genio di questo genere, ma per me non ci siamo proprio.
Questo è uno di quei casi in cui uno va a vedere un film aspettandosi una storia e se ne trova una completamente diversa.
La casa delle bambole – Ghostland: trama
Beth, Vera e la loro madre Pauline hanno ereditato una vecchia casa da una zia dispersa nel nulla, piena di bambole.
Decidono di trasferirvisi ma la loro prima notte è un incubo: vengono assalite e torturate.
Dopo questo fatto Beth è diventata una scrittrice e Vera è rimasta a vivere in quella casa.
Un giorno Vera chiama Beth disperata perché la salvi dal suo tormento.
Ma quale delle due vive nella realtà e quale nella fantasia?
Come faranno a liberarsi del loro incubo?
La casa delle bambole – Ghostland: recensione in anteprima
Avete presente Strangers? Ecco qua.
Non c’è nulla di paranormale e le bambole sono forse l’elemento meno inquietante di tutto.
La violenza è continua, gratuita mischiata a depravazione e perversione.
Certo se il genere vi piace ci andate a nozze.
Personalmente l’ho trovato dispersivo, difficile da seguire e no sense. Capisco che non si poteva fare un film su due ragazze chiuse in una casa e torturate, ma tutti i giri e giretti psichici del trauma lo hanno reso pesante.
Ritmo forsennato per questo home invasion di nuova generazione (ma neanche tanto).
Horror truce con significati e allusioni sottili. Voyeurismo puro sul dolore e la violenza. Se magari avesse fatto del trauma il soggetto forse si sarebbe salvato.
Non toglie e non aggiunge nulla di nuovo agli altri home vision.
Bocciato.
Troppo rumore per nulla. Lo vieterei ai minori di 18 anni.