Lo smartphone, e l’uso che se ne fa, stanno diventando sempre di più un problema sociale. I rapporti personali sembrano scomparire per lasciare posto ad una comunicazione sempre più effimera veicolata dalla tecnologia. Come in ogni epoca, i cambiamenti hanno avuto pro e contro, come anche fervidi sostenitori e intransigenti tradizionalisti. Ora però viene segnato un punto a favore dei sostenitori dello smartphone. Secondo un nuovo studio lo smartphone potrebbe rivelare lo stato di depressione del proprietario. Come? Grazie al GPS.
Il “male di vivere”, la depressione, può essere rilevata da determinati sensori che monitorano il tempo di utilizzo del telefono e la nostra localizzazione quando ne facciamo uso. La teoria è che più stiamo a casa e più controlliamo lo smartphone e meno occasioni abbiamo per distrarci, e quindi corriamo il rischio di essere depressi.
La ricerca è stata realizzata dalla Northwestern Medicine negli Stati Uniti e i risultati pubblicati sul Journal of Medical Internet Research. Gli studiosi sostengono di poter identificar persone affette da depressione grazie all’uso dello smartphone con una precisione del 87%. Gli individui non depressi utilizzano in media il cellulare 17 minuti al giorno, le persone depresse 68 minuti. Inoltre, grazie al GPS, è possibile identificarne la posizione, che se si rivela essere quasi sempre la stessa, può rafforzare la diagnosi di depressione.
Il test è stato effettuato su 40 persone che hanno installato sul proprio smartphone un’app che consentiva di monitorare l’uso dell’apparecchio.