È stato assolto il milionario saudita accusato di aver violentato una diciottenne, i giudici della corte di Southwark Crown avrebbero creduto alla sua tesi più che mai grottesca. “Le sono scivolato addosso e l’ho penetrata per sbaglio“, aveva dichiarato in sua difesa alla stampa l’agente immobiliare quarantaseienne Ehsan Abdulaziz, sottoposto a processo per l’accusa di tentato stupro.
L’accaduto risale al 7 agosto dell’anno scorso: Abdulaziz, incontrata la giovane insieme con un’amica comune di 24 anni all’esclusivo nightclub Cirque le Soir, invita entrambe a trascorrere la seconda serata nel suo appartamento nella zona Maida Vale, a Londra. Dopo aver offerto da bere fiumi d’alcool alle due, l’uomo s’intrattiene sessualmente con la ventiquattrenne, mentre la ragazza di 18 anni si addormenta sul divano.
Alle prime ore del mattino, però, la diciottenne si ritrova Adbulaziz addosso, nel tentativo di penetrarla: “Cosa stai facendo?“, gli avrebbe chiesto, “Va tutto bene“, avrebbe risposto lui alludendo all’altra ragazza che dormiva, stando alle dichiarazioni raccolte dal pubblico ministero Jonathan Davies. Scattata in piedi alla ricerca dell’amica, la giovane comincia a innervosirsi: così, non riuscendo a svegliarla, chiama due amici e poi, in un secondo momento, la polizia.
Condotto in arresto, Abdulaziz dichiara: “Dovrà provarlo“. Secondo la sua versione, infatti, lui sarebbe andato a chiedere alla diciottenne se avesse avuto bisogno di una t-shirt per dormire o se, eventualmente, avesse voluto che le chiamasse un taxi per rientrare a casa sua. A quel punto, sarebbe stata lei a spingerlo contro di sé posizionandosi il suo pene tra le gambe, per poi arrabbiarsi non appena resasi conto che lui la stava invitando a tornare a casa in taxi.
Le prove presentate da Abdulaziz dimostrerebbero che la diciottenne gli avrebbe preso la testa tra le mani per spingerlo a sé, provocandogli una caduta. “Sono debole, sono caduto ma non è successo niente, niente di niente, tra me e questa ragazza“, ha detto lui. Le tracce del suo DNA rinvenute nella sua vagina sarebbero, pertanto, attribuibili alla sua scivolata o al fatto che, dopo aver consumato un rapporto con l’altra, tracce di seme sarebbero potute essergli rimaste sulle dita.
Abdulaziz ha dichiarato alla corte che, dopo aver lasciato la discoteca, avrebbe proposto alle due di andare a casa della ventiquattrenne, salvo poi cambiare idea e dirigersi a casa sua per un ultimo giro di bevute. Qui, lui si sarebbe chiuso in camera da letto con la ragazza di 24 anni. La diciottenne, addormentatasi sul divano, si sarebbe risvegliata verso le 4 e mezza del mattino, mentre Abdulaziz la violentava.
Eppure, il milionario ha affermato che lei stessa avrebbe cercato di sedurlo, spingendolo a sé. Ma, dopo i test effettuati, è stato riscontrato che tracce del suo sperma erano effettivamente presenti all’interno della sua vagina: così, Abdulaziz ha cambiato versione, sostenendo che potrebbe averla penetrata accidentalmente nella scivolata presa mentre lei cercava di stringerlo a sé.
Durante il processo, il giudice Martin Griffiths ha acconsentito ad ascoltare privatamente l’accusato – cosa che avviene ben di rado. Nel corso di tutta la seduta, Abdulaziz ha ribadito continuamente il rispetto che nutre nei confronti del genere femminile: “Non mi è mai successo di conoscere una ragazza e portarla a casa la sera stessa: io rispetto le donne, ho anche una sorella. In questi ultimi vent’anni che ho vissuto a Londra non è mai accaduto niente di simile“, ha dichiarato il milionario saudita, che conosceva già la ventiquattrenne da svariati mesi ma non aveva mai approfondito la cosa a causa dei troppi impegni lavorativi.
Abdulaziz ha, inoltre, puntualizzato che quella sera la diciottenne aveva mostrato grande entusiasmo già nel salire nella sua Aston Martin, dove ha chiesto di sedersi davanti. Una volta accomodatasi, avrebbe dapprima insistito per invitarlo nell’appartamento condiviso con la ventiquattrenne, per poi suggerire di andare tutti da lui. Stando a quanto ha raccontato, inoltre, una delle due gli avrebbe domandato se volesse chiamare anche ‘qualche amico’ da coinvolgere nel post-serata: “A dire il vero – avrebbe risposto Abdulaziz – non saprei chi chiamare alle 4 del mattino“.
Una volta giunti a casa sua, l’uomo si è appartato con la ventiquattrenne. “Più tardi, sono andato in salotto per spegnere la televisione e versarmi un po’ d’acqua, e l’ho vista dormire in una posizione imbarazzante sul divano. Le ho trovato una t-shirt perché potesse stare più comoda, dicendole che se voleva restare a dormire era la benvenuta, altrimenti avrei potuto chiamarle un taxi“. Lei avrebbe spalancato gli occhi e ridacchiando l’avrebbe baciato, per poi mettergli le mani dietro la nuca e anche fra le gambe.”Immagino fosse imbarazzata per avermi frainteso. Le ho detto che la sua amica restava a dormire da me e che, se voleva, poteva anche andar via“.
La ragazza, peraltro, ha affermato di averlo spinto via, ma se così fosse stato lui sarebbe caduto all’indietro sul tavolino, sostiene lui: “Se fosse andata così, sarei finito in ospedale, c’è davvero pochissimo spazio tra il tavolo e il divano“. La diciottenne ha anche aggiunto che lui l’avrebbe spintonata quando cercava di liberarsi: “Un uomo che alza le mani su una donna, per me, non è un uomo. Mai in vita mia ho alzato le mani su di una donna“, ha replicato lui.
È inoltre emerso che all’epoca dell’incidente Abdulaziz era sposato con una donna con cui ha un figlio di 10 anni, con i quali condivideva l’appartamento: i due, però, non erano presenti perché stavano trascorrendo le vacanze estive in Repubblica Ceca, Paese di cui la moglie è originaria. Tuttavia, l’uomo ha spiegato che si era separato da tempo dalla moglie, con cui non aveva più rapporti sessuali da otto anni.
Abdulaziz ha persino negato di trovarsi in una discoteca per cercare di rimorchiare donne e per bere. “Cosa ci faceva allora a un tavolo da 1.000 sterline?“, gli ha chiesto il pubblico ministero. “Per stare con amici e colleghi“, ha risposto lui. Tuttavia, il miliardario saudita ha ammesso di essere andato a svegliare la diciottenne in déshabillé e che il suo pene eretto avrebbe potuto fare ‘capolino’. Ma ha precisato: “Non sono andato lì per parlarci o che, volevo spegnere la tv e versarmi dell’acqua, dopotutto è casa mia“.
Ancora, la presunta vittima ha dichiarato di essere corsa in camera da letto per cercare di svegliare la sua amica prima di andar via. Secondo la versione di Abdulaziz, ciò non sarebbe mai accaduto. In più, la ragazza avrebbe detto che, seppur temendo per la vita dell’amica che non riusciva a svegliare, non avrebbe chiamato immediatamente la polizia per non ‘aggravare la situazione’. Ma le è stato obiettato: “Se pensavi che la tua amica fosse morta, come avresti potuto aggravare ulteriormente la situazione?“.
Se, perciò, aver affermato di averla penetrata ‘per sbaglio’ deve essere stato un grande azzardo per Abdulaziz, risulta evidente che anche i racconti della ragazza sono poco chiari, così come probabilmente avrebbero potuto esserlo le sue sue intenzioni quella sera. Perché se è vero come è vero che molti uomini trattano le donne come oggetti, allo stesso modo è innegabile che sempre più donne strumentalizzano gli uomini per il tramite della propria sessualità. In questo caso, poi, nessuno dei due riesce a risultare in alcun modo credibile, facendo della vicenda più che un triste episodio di cronaca una squallida, becera gara di meschinità.