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Sono bastati pochi anni perché il mondo diventasse completamente social e ancor meno perché si usassero questi strumenti come mezzo di paragone, rendendo così la maggior parte delle persone infelici e questo lo sanno bene soprattutto i millennials. Ma piuttosto che impiegare energie per compararci agli altri, perché non ci concentriamo sulla nostra personalità e tiriamo fuori il meglio di noi stessi?

La teoria del paragone social dimostra che spesso e volentieri determiniamo il nostro valore usando come metro di misura gli altri. Niente di più sbagliato. Se è già vero che ogni persona si distingue per esperienze e modi di fare, altrettanto giusto è ricordare che oggi chi sta sui social presenta gli attimi migliori della sua vita, ma mai ogni istante della sua quotidiniatà.

Tutti piangiamo, discutiamo, abbiamo momenti no e se questi non appaiono su Facebook, ad esempio, è perché a nessuno piace condividere il dolore con gli altri, specialmente se sconosciuti, ma tutti amiamo mostrare quando siamo felici.

Ed è proprio questo il problema. Aprire i social in un momento di confusione e tristezza è la peggior cosa da fare: ci si sente ancora più infelici e si pensa che gli altri siano un successo mentre attribuiamo a noi stessi il fallimento.

Stessa cosa succede con Instagram. Le persone possono ricorrere a 20 filtri diversi prima di pubblicare una foto che già riflette solo una parte bella della propria vita.

Ma il vero problema non sta tanto nel guardare ciò che fanno gli altri – è dalla notte dei tempi che questo succede – ma nel sentirsi infelici di fronte al successo altrui.
Ci preoccupiamo così tanto dei mezzi, dell’apparire, del mostrare chi vorremmo essere, che se dovessero chiederci chi siamo, probabilmente non sapremmo rispondere. Ecco perché il nostro approccio ai social dovrebbe cambiare completamente. In fondo lo scopo della tecnologia dovrebbe essere quello di rendere la vita più semplice, e non di aggiungere ulteriori drammi a quelli che già viviamo.

Ad essere colpite maggiormente da questo fenomeno, secondo gli scienziati, ovviamente sono le donne. Sono loro che spesso e volentieri diventano invidiose persino di amici che conoscono da una vita.

Ebbene, come afferma la psicoterapista Daniela Tempesta, “l’arte di ciò che rende la vita fantastica e interessante è imparare dal talento degli altri. Invece di cercare di essere uguali o meglio degli altri, usate le vostre energie per essere la migliore versione di voi stessi”.

Si dovrebbe perciò iniziare a comprendere che dietro ogni successo stanno sacrifici e che se siamo insoddisfatti delle nostre vite, è il momento di rimboccarsi le maniche e migliorare quel che non ci piace, magari prendendo una delle persone che tanto ammiriamo come nostro modello. In fondo, la depressione di fronte ai social, è il frutto di un’infelicità interiore, che si può assolutamente abbattere. Da ricordare infine che la maggior parte delle persone che cercano consenso sui social con foto strepitose o frasi ad effetto riprese da libri che non hanno mai letto, nella vita reale sono esattamente come ognuno di noi.