Per i turisti, Roma è la tappa fondamentale da visitare. Per un romano, Roma diventa un incubo ogni giorno: tra mezzi di trasporto senza un orario, file interminabili in tangenziale, ma l’amore per la squadra del cuore li unisce. Un vero romano lo riconosci durante il derby Roma-Lazio, che tifa a squarciagola come un camionista, oppure durante l’ora di pranzo con l’immancabile amatriciana e carbonara.

Un romano è fatto così: può sembrare coatto per i suoi modi di fare, ma almeno una volta al giorno deve dire che Roma è la città più bella del mondo. Ecco le cose che fa un vero romano di Roma e che nessun altro può imitare.

La differenza inesistente tra mezzi pubblici e tempo

FD24085-ATAC-RM-giokai421-586x439

I mezzi pubblici a Roma sono un complotto dell’Isis. L’applicazione dell’Atac sul cellulare indica che l’autobus arriverà tra cinque minuti. Il romano attende mezz’ora, si arrabbia e alla fine decide di andarsene a piedi. Il servizio pubblico è un incubo se a questo si aggiunge il pagamento del pedaggio.

Porta la ragazza al Pincio

pincio2

Un vero romano sa anche essere romantico e quale luogo migliore che far colpo su una ragazza al primo appuntamento portandolo al Pincio? Da qui si può guardare tutta Roma, dato che è un colle di Roma che comprende anche Villa Borghese.

Tifa Roma o Lazio

Il derby è una tragedia per un romano. In ogni caso, la squadra del cuore è importante. Ecco perché le domeniche si passano all’Olimpico a tifare Roma o Lazio intonando toni da stadio. E guai a toccare Francesco Totti.

S’avvelena

02028713

Il traffico a Roma è di routine quotidiana, tanto che il romano deve partire da casa almeno tre ore prima per andare al lavoro, onde evitare le lunghe file in tangenziale, sulla Tiburtina o sulle zone a traffico limitato. La metropolitana nella tratta Termini-Tiburtina è talmente affollata che si deve trattenere il respiro. Peggio la tratta Termini-Barberini, talmente piena di turisti, studenti e lavoratori annoiati che tanto vale andare a piedi.

Cade dal risciò a Villa Borghese

Credits: roma.fanpage.it
Credits: roma.fanpage.it

Il caro risciò che fa concorrenza alla bicicletta: quanti se ne vedono a Villa Borghese? E quanti riescono ancora a cadere nonostante la super protezione? Il vero romano deve fare un giro sul risciò almeno una volta nella vita.

Si commuove guardando il Colosseo

Roma è Roma e il simbolo della città eterna è il Colosseo. Bellissimo di giorno e di notte. Anche con i simpatici gladiatori, forse troppo nella parte, che incitano i turisti ad entrare e ad assistere ai loro spettacoli. Solo a Roma si può assistere a un pezzo di storia che è impossibile trovare in un’altra città.

Ama mangiare

“Maccarone, tu m’hai tentato. E io me te magno”. Al romano piace mangiare. Quali sono i suoi piatti top? La carbonara coi rigatoni, l’amatriciana (con il guanciale e non con la pancetta), la cacio e pepe e la trippa. E ancora coratella, le cotiche con i fagioli, i saltimbocca alla romana. Invitate un romano a cena e non ve ne pentirete. Tranne quando arriva il conto.

Mangia il tiramisu da Pompi

Tiramisuu-Pompi

E poi dopo quel pranzo dalla nonna arriva il languorino delle quattro. Il romano preferisce il tiramisu da Pompi, che offre il meglio e a poco prezzo. Una goduria per il palato.

Sogna davanti le vetrine di Via del Corso

I romani passano interi pomeriggi camminando per Via del Corso e sognando ad occhi aperti davanti le vetrine extra lusso. Da Valentino a Dior, da Gucci a Energie, in questi negozi costosissimi troverete difficilmente un romano, ma solamente giapponesi e russi. Impossibile anche mandare un curriculum per lavorarci dato che le lingue richieste sono proprio queste.

Ha i suoi modi di dire

Infine, un vero romano si riconosce da come parla. “Ammazza, fa’ come l’antichi”, espressione riferita a chi compie gesti in modo strampalato. Ma il più comune resta “Li mortacci tua” che è un augurio, non solo un insulto, che ogni romano dice quando si incontra con un altro. E per togliersi di dosso qualcuno di fastidioso basta un semplice “Accanname”. I romani sono così. Se a Roma dicono “Li mortacci tua”, è perché ti vogliono bene.