Non sappiamo ancora con certezza se sia una specialità delle Tamarriadi, né se sia una modalità redazionale vintage, tornata alla ribalta come i Levi’s a vita alta. Sappiamo solo che la clacsonata degli uomini, per strada, davanti a lunghi capelli e belle gambe, colpisce milioni di portatrici di queste ultime. Tante le vittime, tanti gli artefici, che senza pudore alcuno si pronunciano, con voce possente, tra versi indefiniti e vernacolo locale.
E se per amor del folklore, noi giovani e importunate donzelle, ci limitiamo a lanciare occhiatacce e voltarci di spalle, dentro di noi avvertiamo contemporaneamente una commistione di pena, rabbia e godimento. Perché come te lo dice il muratore appeso al terzo piano, che sei bellissima, non te lo dice nessun altro.
Così ecco le forme più gettonate di “dolci” molestie, che ogni ragazza è costretta a subire, ogni volta che passeggia per strada.
Occhi che ti squadrano
Del tipo che girano la testa a 360° come l’esorcista. Ma, occhio, non tutti sono individui invadenti, alcuni sono solo miopi.
Clacsonata
È un classico. Passeggiare sul lungomare senza clacson in sottofondo, è un insulto al panorama.
Fischio
Questo è solo per veri tamarri. Io tipo, non ho ancora imparato a fischiare.
“Sei bellissima”
Con sguardo languido e timbro alla Luca Ward. E anche l’accento rumeno.
“Dove vai tutta sola?”
Può sembrare una domandina superficiale, ma sotto queste spoglie si nasconde un interesse sincero circa i nostri progetti futuri. Empatia portami via.
“Bei capelli”
Che neanche Diego dalla Palma.
“Andiamo a fare un giro?”
Questo è l’uomo che sa cosa vuole e se lo prende. Cioè, ci prova.
“Bel cu***to”
Da qui in poi si sfocerà nel corteggiamento ultra tamarrissimo