Prevenire è meglio che curare, a rigor di logica, e questo è diventato lo spunto nei college di Cambridge e Oxford per sensibilizzare la folta popolazione studentesca su un tema importante come quello della violenza sulle donne.
E, tra i corridoi dei college, di giovani future donne ne passano tantissime ed è proprio tra quei corridoi che vengono perpetrate violenze diverse, ma numerose, su di loro. Secondo una ricerca condotta da Women’s Campaign e Varsity, infatti, circa il 46% delle studentesse è stato soggetto di molestie “leggere”, l’8,4% ha subito almeno un tentativo di violenza e il 4,4% è stato vittima di violenza sessuale. Ma il dato allarmante è che l’88% delle vittime non ha sporto alcun genere di denuncia.
Così le associazioni studentesche si sono opposte a questi abomini perpetrati tra le mura dei college e hanno dimostrato di donare la giusta importanza al tema della violenza. Come? Rendendo obbligatori per le matricole sexual consent workshop, della durata di trenta minuti, finalizzati alla scoperta del consenso sessuale.
Un consenso che secondo alcuni modi di pensare sessisti, radicati nella mente maschile, possa ritrovarsi in un leggero stato di ebrezza o in un’atmosfera divenuta più intima del normale. Un consenso sessuale che deve basarsi sulla certezza che l’altra parte sia consapevole e partecipe e che troppo spesso si da per scontato.
Dare lezioni di sesso sembra essere l’ultima soluzione, dal momento che quelle di vita, rispetto ed educazione sembrano non essere state in grado di esserlo.