Aveva destato non poco scalpore la “scelta” di Instagram di bannare l’hashtag #Curvy, utilizzato da moltissimi utenti per esprimere se stessi, il proprio percorso e per denunciare i canoni di bellezza esageratamente ristretti di questa società.
Una strategia alquanto insensata, quella del social network contro immagini e parole, sebbene automatica, che cerca di eliminare tutti gli elementi che vanno contro le regole d’uso di Instagram. In questo caso, alcune immaggini erano considerate al pari della pornografia, nonostante alcuni hashtag decisamente con più espliciti riferimenti al sesso siano ancora attivi e mai stati bloccati – si veda #pornostar, #dildo, #forced ecc.
In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene. L’hashtag è stato riattivato, e Jackson Colaco, direttrice della pubblic policy del social network, ha promesso un maggior impegno in tal direzione con particolare attenzione alle sezioni più in evidenza e più recenti nelle ricerche dei contenuti.
La modella curvy Stefania Ferrario si è mostrata delusa dalla scelta di Instagram di bloccare il tag. Poichè tutte le restrizioni, sia per il sesso che per la nudità, causano più male che bene alla società.
“Non credo che ci dovrebbe essere alcuna censura o hashtag vietati da Instagram o Facebook. Come conseguenza dei divieti, le persone utilizzano hashtag sbagliate per condividere porno. Su Twitter, per esempio, che è totalmente liberale in questo senso, non ci si imbatte nei porno a meno che non lo si vuole, con Instagram, invece, si è costantemente a che fare con questo, che lo si voglia o meno. Instagram lascia liberi hashtags che incoraggiano l’uso della pistola, di violenze e disordini alimentari.” ha dichiarato la modella.
Nonostante su Instagram, come sappiamo tutti, capita di incorrere in foto di donne, nude che effettivamente vendono, indisturbate il proprio corpo, di altrettante ragazze che invece mostrano i loro disturbi alimentari, di account che istigano alla violenza, fisica e sessuale, hashtags irrispettosi ecc, si è deciso di bloccare proprio un hashtag che invece permetteva solo di progredire socialmente, di permettere l’accettazione di fisicità diverse da quelle che troviamo sulle riviste patinate.
L’ammissione di colpa, certo è un passo avanti, ma che colpo basso, Istagram.