Sono milioni le madri che lamentano il fatto che gli unici a essere accolti come eroi al proprio rientro sono i padri: mentre le mamme trascorrono intere giornate a prendersi cura dei propri figli, i papà appena rincasati dal lavoro – per contro – diventano il centro della loro attenzione. Vista come una specie di “supervisore” addetto ai rimproveri, costretta a ricoprire il ruolo di “poliziotto cattivo”, la madre lascia così che, nell’immaginario del bambino, il padre venga a identificarsi con l’idea stessa di divertimento: una percezione distorta che in realtà sono spesso le donne per prime a trasmettere ai propri figli nel crescerli, e che crea non poche tensioni nel rapporto di coppia.
Una condizione che genera frustrazione, agitazione, ma anche la preoccupazione costante dell’esser troppo autoritarie. Convinte del fatto che i propri figli le associno ai compiti, alle pulizie casalinghe e alla routine quotidiana – mentre i padri sono comunemente associati ai giochi e ai divertimenti – le madri riescono però a mostrare il proprio lato positivo quando scelgono di trascorrere del tempo con i propri figli al di fuori della noia dell’ordinarietà: gite al mare, giochi in giardino e andare a nuotare sono tra le attività di famiglia che le mamme amano di più.
Purtroppo, il fatto che le madri costituiscano il motore di una famiglia fa sì che loro stesse si trasformino nella “voce della ragione” che ricorda ai bambini cosa va fatto, senza poter lasciar spazio al proprio lato divertente: ecco perché è davvero facile che le madri siano viste come le figure più rigorose, come madri cattive. Importante sarebbe, allora, che entrambi i genitori si assicurassero di agire come un team – e non come singoli – al momento di prendere decisioni in merito ai propri figli.