Non è un mistero che uomini e donne siano diversi tra loro, ma la scienza ci mette lo zampino e spiega come lei sia meglio di lui quando si tratta di memoria. Infatti, secondo uno studio americano condotto dallo psicologo e terapista di coppia Andrew Christensen, le donne hanno una memoria più “emotiva” rispetto agli uomini, che accusano un declino cognitivo dopo i 40 anni.
Alla base della maggior parte dei litigi di coppia ci sarebbero i “falsi ricordi”, non le bugie. A segnalarlo è il quotidiano La Repubblica che, riportando i risultati degli studi di Christensen, rivela che le nostre versioni dei fatti sono quasi sempre veritiere ma, viste da due punti di vista, appaiono diversi.
Secondo Christensen, le donne tendono a ricordare in maniera più vivida le questioni che hanno a che fare con la relazione. Ecco che lei ricorda ogni compleanno, anniversario, il primo appuntamento in dettaglio, perfino i litigi e le discussioni, e lo fa utilizzando più pathos rispetto al suo lui.
Tuttavia, questo non significa che la memoria delle donne sia la migliore. Infatti, sottoposti a test di memoria standard, i risultati dei candidati risultavano pressoché identici. Non solo: uomini e donne sono soggetti a commettere errori tipici ripetuti frequentemente, come ad esempio la tendenza a ricordare meglio quello che si è fatto in prima persona, soprattutto se si tratta di eventi spiacevoli, trascurando quello che ha fatto il partner. Come viene spiegato tutto ciò? Alcuni studi pubblicati sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” hanno dimostrato che il cervello delle donne è dotato di più connessioni tra i due emisferi, mentre gli uomini ne hanno di più all’interno di ciascuno di essi.
Si cade in errore se si collegano queste differenze di massa celebrale alle differenze comportamentali. Christensen conclude nella maniera più semplice: accettare le inevitabili discrepanze tra uomo e donna, ovvero quelle in cui lei dice di sentirsi trascurata, e lui che giura di non aver mai detto quella cosa lì. “Accettate le differenze e provate a praticare una “memoria collaborativa”, costruendo insieme un pacchetto di ricordi comuni, possibilmente belli, da qui ripartire dopo ogni litigio”.