Se nella giornata di oggi vi è capitato o vi capiterà di aprire il motore di ricerca Google, sarete catturati dal doodle del giorno. Oggi, infatti, si celebra il centocinquantacinquesimo anniversario della nascita di Nettie Stevens.
Ma chi era, la donna che Google celebra ricreando un doodle raffigurante una donna che guarda all’interno di un microscopio? Come è intuibile dal disegno, Nettie Stevens era una genetista e microbiologa statunitense. Brillante studente, si laureò in soli due anni e dopo alcuni anni di insegnamento riuscì ad entrare all’istituto di ricerca Bryn Mawr College, uno dei pochi che permetteva alle donne di conseguire il dottorato.
Studiando i vermi della farina, Nettie Stevens riuscì a comprendere che è la combinazione di due cromosomi a determinare il sesso. Rispettivamente: XX per le femmine, XY per i maschi. Attraverso i suoi studi, infatti, la Stevens stabilì che le cellule riproduttive femminili contenevano solo il cromosoma X. Al contrario, lo sperma maschile conteneva entrambi i cromosomi che determinano il sesso.
Nettie Stevens rese noti i risultati dei suoi studi nel 1905, per molti anni però non le fu riconosciuto il merito delle sue sensazionali scoperte. Nettie Stevens è stata vittima di quello che si definisce come “Effetto Matilda”, ovvero la sottovalutazione delle scoperte scientifiche effettuate dalle donne.
Il merito della scoperta della dimensione genetica del sesso venne attribuito al genetista Thomas Hunt Morgan, il quale venne a conoscenza delle ricerche di Nettie Stevens tramite lei stessa che gli chiese pareri e consigli su quanto aveva scoperto.
Nettie Stevens morì nel 1922, a soli 51 anni, per un cancro al seno. Il suo nome e le sue ricerche furono ignorate e dimenticate, ma hanno permesso a Morgan di vincere il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1933. Un furto di informazioni vero e proprio, frutto della superbia e del maschilismo che regnava in quel periodo.
La storia di Nettie Stevens, ci fa riflettere e ci ricorda di quanta intelligenza e talento sono dotate le donne. La Stevens meritava più riconoscimenti e fama al momento giusto, ma non è mai troppo tardi per rendere giustizia ad una grande donna.