‘La musica è tutto quel che ho‘, cantava Pino Daniele. E anche se non siamo degli intenditori a riguardo, la musica sembra essere per ciascuno più importante di ciò che immaginiamo.
Per la realizzazione del documentario ‘Giving up music for Lent‘ in onda lo scorso marzo sul canale radio della BBC, Radio 4, Trevor Cox, professore in ingegneria acustica all’Università di Salford, ha sperimentato cosa significa rimanere per un lungo periodo senza ascoltare musica. Questi sono i risultati delle sue scoperte:
Il tuo jukebox interiore impazzirà
A quanto pare ogni essere umano ha delle melodie particolari che gli rimangono impresse nella mente; secondo la ricerca del professore, questi motivetti finiscono con il mescolarsi nelle maniere più strane e inusuali, accostando, ad esempio, Mozart a Miley Cirus.
Victoria Williamson, professoressa che studia gli effetti della musica sulla psicologia umana presso l’Università di Sheffield, ha al contempo riscontrato lo stesso effetto in pazienti che hanno affrontato un lungo periodo di silenzio. Se si rimuove ogni tipo di canzone dalla propria quotidianità, il cervello troverà un modo per compensare quel vuoto, e il silenzio verrà occupato da un mix creato dalla nostra mente.
Avrai un disperato bisogno di cantare
Nella prima fase dell’esperimento Cox si è dovuto sforzare oltremodo per non canticchiare; nel momento in cui gli è scappata qualche nota ha subito avvertito un forte sentimento di soddisfazione, più intenso di quando ciò accadeva abitualmente. Alcuni suoi colleghi hanno studiato la differenza tra il canto vero e quello solo immaginato osservando in laboratorio il lavoro cerebrale di alcuni cantanti lirici durante una esecuzione. Hanno notato come il cervello reagisse diversamente a seconda che stessero cantando realmente o stessero solo facendo un esercizio d’immaginazione. La maggiore soddisfazione nel cantare ad alta voce era legata al fatto che, oltre a prodursi un maggiore stimolo cerebrale, più parti del corpo venivano coinvolte amplificando così l’effetto di tale stimolo.
Ad alcune persone non piace la musica
L‘Università di Barcellona ha condotto uno studio sui soggetti che non amano la musica utilizzando il termine anedonia musicale: queste persone normalmente sostituiscono il piacere e gli stimoli cerebrali che si potrebbero ricevere da una canzone con quei tipi di giochi che possono far vincere delle ricompense in denaro.
I risultati hanno stabilito che queste ricompense fornirebbero al cervello uno stimolo simile a quello ricavato dall’ascolto di musica, e che possono dunque, sostituirla.
La musica è onnipresente e impossibile non notarla
Beh in effetti la musica fa parte della nostra quotidianità al punto da non indurci a notare sempre la sua presenza. Negozi, bar, strade sono infestate da motivetti e canzoni di ogni tipo; proprio per questo l’essere umano, oggi, ne è quasi assuefatto al punto da non farci caso.
Per non ascoltare musica bisogna essere un eremita
Proprio come abbiamo scritto in precedenza la musica è onnipresente: per questa ragione, infatti, una vita nella civiltà rende impossibile evitarne l’ascolto. Se si vuole ripudiare qualsivoglia tipo di melodia, è necessario trasferirsi in luoghi lontani dalla civiltà, in quanto quest’ultima è profondamente invasa da ogni tipo di musica.