Incoraggiante, rassicurante, propositivo. È questo il messaggio che si racchiude in due semplici parole “Niente Paura”, il nome scelto da Manuel Giannini, Luca Zafarana e Barbara Benedettelli per l’impresa filantropica che portano avanti.

Niente paura, ce la faremo“, furono le parole che il padre di Manuel disse al figlio quando si ritrovò a chiudere la sua azienda orafa a causa della crisi. Un monito che, dopo l’incontro con Luca e Barbara, ha trovato la sua espressione in un progetto che cerca di fare impresa in un modo diverso, destinando una quota dell’utile al sostegno di progetti per la tutela delle persone in difficoltà.

E alle donne vittime di violenza è stato dedicato il primo prodotto di Niente Paura, il bracciale Tatù, in vendita dal 2 giugno.

Per scoprire meglio di cosa si tratta, Blog di Lifestyle ha intervistato Barbara Benedettelli, saggista e attivista per i diritti delle Vittime di ogni forma di violenza, che all’interno di Niente Paura si occupa della comunicazione, delle relazioni esterne e con le Associazioni.

Nel novembre scorso l’incontro con Luca e Manuel, i due soci fondatori di Niente Paura. Cosa l’ha spinta ad aderire a questo progetto?

Luca e Manuel sono due persone straordinarie. Luca Zafarana ha soli 22 anni è già un uomo con le idee chiare e la determinazione necessaria a rendere i sogni realtà. Manuel Giannini è ipersensibile, proprio come me, e geniale. Tutti e due hanno un cuore grande e al giorno d’oggi quando tre persone che hanno la stessa visione del mondo e la stessa voglia di cambiarlo in meglio si incontrano, e condividono un percorso di vita con passione, allora qualcosa di bello può succedere. Impossibile non aderire.

Niente Paura è un’impresa filantropica, che ha sposato dunque dei valori etici: come si traduce questo nel lavoro che portate avanti?

Nell’atto costitutivo della società abbiamo voluto inserire la doppia finalità, il notaio ha voluto prendersi tempo perché in Italia questa realtà imprenditoriale non è la norma, anzi, è una rarità.
Noi perseguiamo due obiettivi che camminano di pari passo, quello comune a tutte le imprese del profitto e quello della solidarietà. Ci troviamo di fronte a un’impresa che destina una quota di ogni prodotto che immette sul mercato, una quota dell’utile netto e una quota che proviene dagli eventi charity al sociale ora e sempre.
È come se il sociale fosse il nostro quarto socio. È un nuovo modo di fare impresa che ci porta verso un capitalismo più umano o etico se preferisce.

Parliamo di Tatù, il bracciale contro la violenza sulle donne: cosa evoca il tatuaggio rappresentato?

Tatù è il nostro primo prodotto, un bracciale bello da vedere e indossare che somiglia a un tatuaggio. Il tatuaggio è un simbolo, un disegno indelebile che le persone si tatuano nel corpo perché vogliono comunicare qualcosa al mondo.
Chi indossa Tatù vuole comunicare al mondo una presa di coscienza, determinazione, coraggio, voglia di ricominciare da se stesse padrone del loro destino. Ed è per ognuno un modo di sostenere un cambiamento culturale necessario. A settembre arriverà anche il Tatù da uomo, perché per fare avvenire questo cambiamento culturale è fondamentale partire dagli uomini.

Al bracciale è legata un’app- SOS Woman- che permette attraverso un test di capire se si è vittima di violenze e un’eventuale assistenza psicologica e legale legata alla professoressa Bruzzone.
Con un semplice accessorio si rende un servizio, come è nata quest’idea?

Tatù come è oggi è solo l’inizio di una evoluzione che avverrà nel 2015 e che lo renderà uno strumento utile alla sicurezza personale. Siamo una start-up, non abbiamo ancora i fondi necessari per sviluppare la sua evoluzione, ma volevamo già dare ad esso una funzionalità salvavita, oltre alla valenza simbolica che ha lo scopo di sensibilizzare le persone sul tema della violenza contro le donne, e sulla necessità per le donne di muoversi verso l’amore innanzitutto per se stesse.

Da Samantha De Grenet a Elenoire Casalegno, tante donne del mondo dello spettacolo hanno sostenuto il vostro progetto. Quant’è importante per campagne come questa la partecipazione di personaggi noti?

È importante perché ognuna di loro ha un’influenza su un determinato pubblico e questo permette di portare il messaggio più lontano. Ognuna delle nostre testimonial rappresenta una tipologia di donna, ma tutte rappresentano la donna che ha realizzato la sua vita.
Oltre alle nostre testimonial molte altre persone conosciute hanno sposato il messaggio di Tatù e indossano il bracciale come una bandiera.

Alle donne, molto spesso, manca il coraggio per ammettere a se stesse che quello che credono amore è molto lontano da un sentimento sano.
Che messaggio, da donna, sente di dare alle nostre lettrici?

Un messaggio che sembra scontato e che proprio per questo va ripetuto: l’amore vero non imprigiona rende liberi, non distrugge costruisce, non uccide, ama soltanto senza nulla chiedere in cambio. Non accettate meno di un amore puro! E per rafforzare questo messaggio a fine luglio uscirà il Tatù bianco.
Bianco è il colore della purezza, e lo dedichiamo all’amore con la A maiuscola e a chi sa provarlo.