Girovagando sul web in cerca di viaggi sono ‘inciampata’ nella pagina facebook “Non solo Turisti”. Mi ha subito colpito per un motivo: al contrario di altre mille pagine in tema di viaggi non solo Turisti racconta emozioni.
Racconta tramite foto, descrizioni, consigli. Sono stata subito catapultata a Fuerteventura, per poi volare negli Stati Uniti, passando per San Francisco, Parigi e ancora ritrovarmi pagina dopo pagina in India, Egitto, in Canada rapita dalle maestose cascate del Niagara e incantata dai paradisi naturali della Polinesia.
Non riuscivo più a tornare a casa.
Su Blog di Lifestyle l’intervista a Flavio Alagia, che si occupa dei contenuti della pagina web, di questo diario di bordo che pullula di esperienze, di bellezze naturali, di amore, amore puro per la vita, una vita dedicata a viaggiare.
Vi presentate ai nostri lettori?
Mi chiamo Flavio Alagia, ho un’età compresa tra i 20 e i 40 anni che non intendo specificare, amo viaggiare e mettermi nei guai in modi originali e tragicomici in paesi che la maggior parte delle persone farebbe fatica a individuare sulla mappa. Dopo una laurea di dubbia utilità in giornalismo mi sono immolato in varia misura nell’ufficio stampa dell’Università degli Studi di Verona, in un quotidiano locale sempre nella città scaligera, in una rivista edita da una ONG in Sudafrica. Marco Allegri, il fondatore di NonSoloTuristi.it, mi ha adescato un paio d’anni fa. Da allora scarico le mie manie di protagonismo sul web e impongo la mia tracotante autorità sui nostri collaboratori. Insomma sono il responsabile dei contenuti di NonSoloTuristi.it.
Come nasce NonSoloTuristi.it?
NonSoloTuristi.it nasce come un diario di viaggio, un travel blog personale della coppia italo-britannica Marco e Felicity. I due-cuori-e-un-biglietto-aereo erano partiti nel 2010 per un viaggio intorno al mondo e ne narravano le tappe sul sito e sulla sua versione anglofona ThinkingNomads.com. Quando si sono accorti di avere un certo seguito – complici anche le loro esperienze passate nel marketing online e nel social media management – si sono detti “col cavolo che torniamo a lavorare in ufficio!”, e da allora hanno fatto della nostra piccola zattera virtuale un luogo in cui condividere esperienze, consigli, immagini, racconti e notizie.
Il successo sul web è notevole, quasi 12 mila mi piace: come vi spiegate questo successo?
Dei 12.000 contatti su Facebook siamo ovviamente molto orgogliosi, così come dei 3000 che ci seguono su G+ e degli 86.000 su Twitter. I numeri, però, servono solo per mandare avanti il carrozzone, senza di essi non potremmo presentarci ai nostri sponsor con il petto dovutamente in fuori per esigere le scarsissime risorse che ci consentono di andare avanti. Il vero successo è l’interazione con i nostri lettori, la fiducia che ci dimostrano quando ci chiedono consigli per i loro prossimi viaggi, l’affetto che ci sorprende nel leggere un commento ad un articolo appena pubblicato, il contributo generoso e spontaneo di decine e decine di viaggiatori.
Si tratta di un rapporto delicato ma molto importante che è stato costruito giorno dopo giorno puntando sulla passione che ci anima in viaggio e davanti alla tastiera; sulla coerenza e l’impegno nel cercare di dare voce a tutti; sulla trasparenza – mai abbastanza, ma sempre inseguita – nel riportare fatti e giudizi con onestà e coraggio; sulla scelta spesso criticata di favorire un approccio più professionale, che valorizzi anche linguaggio e forma, senza indulgere in toni troppo emotivi o accentuati personalismi.
Quali destinazioni, mete, Paesi vi hanno colpito maggiormente e perché?
Questa è l’eterna domanda a cui probabilmente non sapremo mai dare una risposta soddisfacente. Ogni luogo ha in sé un po’ di magia che si rivela al momento opportuno a chi ha gli occhi e il cuore per coglierla. Di recente Marco è stato nel freddo Nord, in Islanda e Norvegia, tra ghiacciai, aurora boreale, sole di mezzanotte ed altre incredibili meraviglie. Ci ha portato immagini e racconti capaci di far venire la pelle d’oca anche a Thor e a Ragnar Lothbrok. Io solitamente preferisco mete più calde, anche perché i giacconi nello zaino non troverebbero proprio posto.
Amo molto il mondo arabo, Paesi dal fascino inesplicabile che si caratterizzano con un profondo senso dell’ospitalità e – purtroppo – anche con profonde controversie che nei casi più drammatici portano a quei conflitti di cui abbiamo spesso notizia. Sono stato a lungo in Marocco, dove la cultura araba si confonde con quella berbera e sahrawi. Ho assistito alle elezioni presidenziali in Egitto, un altro Paese centrale nella cultura dei viaggiatori che in questi anni ha subito profonde e inquietanti trasformazioni. E ho raggiunto il Libano, dove la crisi siriana e l’occupazione israeliana continuano a tracciare segni profondi e dolorosi sulla società multietnica di questa incredibile nazione.
C’è un posto che consigliate di vedere almeno una volta nella vita?
Certo, molti a dire il vero. Ma invece di tediare inutilmente i lettori su questa pagina preferisco indicare un elenco dettagliato che include tutte le principali mete che andrebbero assolutamente viste almeno una volta nella vita. Si chiama atlante.
Meglio viaggiare da soli o in compagnia?
“Meglio” forse non è il termine più adatto. Ogni scelta ha i suoi vantaggi e svantaggi. Certo che viaggiare da soli è molto, molto più semplice. Viaggiare insieme è peggio di coabitare. In casa almeno ognuno ha i suoi spazi, esce per andare a scuola o al lavoro, si lascia ipnotizzare per ore dalla televisione. In viaggio invece si è davvero a contatto l’uno con l’altro per 24 ore su 24. Ogni scelta si ripercuote sul gruppo, e se l’esito non è quello sperato la frustrazione di uno alimenta quella degli altri. Io sono molto felice quando incontro qualche compagno di viaggio, ma sapere di poter tagliare la corda in qualunque momento è fondamentale.
Il giorno che troverò una persona con cui io possa viaggiare, non avrò altra scelta che sposarla. Inoltre viaggiare da soli rende più aperti e socievoli, ci si lascia più facilmente assorbire dalla cultura locale, si fanno incontri inaspettati e si vivono più avventure.
“Non solo turisti”: che differenza c’è tra un turista e un viaggiatore?
E chi lo sa? Di solito chi si definisce “viaggiatore” lo fa sempre con una punta di presunta superiorità, come se arrivato in un paese sconosciuto non debba anche lui superare barriere linguistiche e culturali, o non cercasse anche lui le attrazioni più popolari o i souvenir più bizzarri. Certo che se per qualcuno viaggiare significa prenotare una vacanza all inclusive sul Mar Rosso una volta l’anno, allora è davvero un turista e nient’altro.
Ecco perché “non solo turisti”. Turisti lo siamo tutti quando visitiamo per la prima volta un posto nuovo, non c’è niente di male. Ma sforzarsi di capire, di conoscere, avvicinarsi al diverso con rispetto e umiltà… ecco, questi atteggiamenti possono talvolta renderci qualcosa in più che semplici visitatori di passaggio, possono permetterci di catturare l’essenza di un luogo e portarne un pezzettino con noi. In modo che il viaggio fisico sia anche un viaggio interiore verso la persona in cui ci stiamo trasformando crescendo.
Ci lasci con tre consigli per chi si appresta a fare un viaggio importante?
Fare una copia digitale di tutti i documenti importanti e inviarsela per email; cenare un’ultima volta con tutti gli amici più cari, gustando i piatti preferiti della propria cucina regionale; se possibile, evitare di comprare il biglietto di ritorno.