Da oggi smettere di fumare, mangiare sano e svolgere attività fisica non sono gli unici alleati contro il rischio di infarto e invecchiamento.
Recenti studi hanno infatti dimostrato che fare volontariato include numerosi benefici per la salute, tra cui tutelare il cuore e i processi cognitivi di chi lo effettua.
Una ricerca iniziata nel 2006 dalla geriatra Linda Fried, che ha condotto uno studio approfondito a Baltimora su dei volontari di età superiore ai 60, ha dimostrato guadagni per il cuore a breve termine, poco ma qualcosa.
Nella ricerca era previsto che i volontari trascorressero 15 ore a settimana per un anno e mezzo a contatto con classi a basso reddito. Al termine del programma, i volontari sono stati sottoposti a risonanza magnetica e il cuore sembrava “ringiovanito”, ma oltre ad averne giovato il cuore, erano anche i riflessi e i processi cognitivi ad aver ricevuto un’ondata di brio, i test dimostrano infatti che tale attività hanno il potenziale per invertire declini cognitivi e neurali sopraggiungenti con l’età.
Altri studi, come quello svolto da Eric Kim, un ricercatore di Harvard, e Sara Konrath, della Famiglia Scuola Lilly of Philanthropy dell’Indiana University hanno inoltre mostrato come il volontariato possa effettivamente contribuire anche ad aiutare a prevenire l’insorgenza di problemi di salute.
La coppia ha studiato i risultati di circa 7.000 volontari di età superiore ai 51, Kim e Konrath hanno scoperto che le persone che svolgono volontariato hanno trascorso 38 per cento in meno notti in ospedale rispetto ai non-volontari, un risultato che si traduce in un migliore benessere e un enorme risparmio per lo stato.
Questi studi hanno inoltre sottolineato che le persone solite a svolgere attività di volontariato sono più consapevoli e disposte a modificare eventuali comportamenti a rischio, come il fumo e la sedentarietà, sono inoltre più attenti nell’avere cura di se stessi prendendo le precauzioni adeguate come vaccini, mammografie e colesterolo sotto controllo.
Il volontariato inoltre aiuta a dare un senso ai propri sforzi, a sentirsi utili e parte di una collettività
“Avere più scopi nella vita è associato ad avere comportamenti migliori e migliori risultati“, afferma Eric Kim. “Coloro che effettuano attività di volontariato hanno la voglia di vivere, in modo da prendere più cura del proprio corpo e aiutare gli altri a vivere meglio”.
I risultati di questi studi sono stati così sorprendenti e utili da spingere i ricercatori alla proposta di aggiungere il volontariato come indice di benessere psicofisico, in grado di poter prevedere l’incidenza o meno di alcune malattie cardiache o degenerative.
Oltre ad essere utile alla salute di chi lo svolge, è necessario ricordare che il dare gratuito, la generosità e la gratuità sono una delle caratteristiche umane più peculiari, che nobilitano chi decide di spendere il proprio tempo a servizio della collettività ma che aiuta concretamente coloro verso i quali queste attività sono rivolte, anziani soli o malati, persone affette da disabilità, bambini che vivono in condizioni di disagio, possono vedere la luce in fondo ad un tunnel di sofferenze.
Il bene si diffonde più rapidamente delle increspature che si formano sull’acqua una volta lanciato all’interno dello stagno un sassolino.