Olanda-Mongolia, sola andata: è questa l’avventura intrapresa dal trentatreenne Pieter Grimminck e dalla ventisettenne Mandy Brande, che a Marzo di quest’anno, dopo aver lasciato entrambi il proprio lavoro e venduto tutto ciò che possedevano, sono partiti da Amsterdam alla volta della Mongolia in sella alle loro moto, riuscendo ad attraversare 16 Paesi in soli tre mesi. E Mandy, da fotografa professionista qual è, ha documentato il loro lungo viaggio – dalla Turchia all’Armenia, dal Tajikistan all’Azerbaijan – con degli scatti mozzafiato, poi postati sul loro blog WeWantAdventure.com.
Un’avventura che non finisce certo qui: inebriatisi del loro nuovo stile di vita, i due non hanno alcuna intenzione di tornare a casa. E, dopo sei mesi in Nepal, hanno deciso di ripartire, questa volta per l’India. Un’esperienza a dir poco nomade, insomma, che naturalmente non è filata liscia come l’olio: settimane senza poter farsi la doccia, senza la possibilità di andare in un bagno, dispersi in lande desolate, tra tempeste di sabbia e temperature gelide senza incontrare anima viva, devono essere state dure da sopportare. “A un certo punto siamo rimasti bloccati in Armenia – dicono Pieter e Mandy – a causa di forti nevicate. A salvarci è stata una famiglia davvero di cuore che ci ha ospitati in casa: ci siamo sentiti i benvenuti più che mai! Nonostante fosse gente povera, l’accoglienza è stata la stessa che si riserva a un consanguineo“.
Il brutto è arrivato una volta in Tajikistan: “Le strade erano pessime, niente doccia per una settimana, la notte a dormire sui pavimenti delle famiglie che ci ospitavano, la neve, la colazione a base di uova al mattino e la zuppa di patate per cena”, raccontano. E in Mongolia è stata persino più dura: “Quasi nessuna strada asfaltata, per la maggior parte erano sterrate o dissestate: siamo riusciti a proseguire soltanto di 150 chilometri. È stata veramente dura, mentalmente e fisicamente“. Ed è stato sempre in Mongolia che la giovane coppia ha incontrato l’esploratore inglese Ash Dykes, il primo ad aver attraversato il confine tra Cina e Russia a piedi. La Turchia, invece, è risultata una vera e propria vacanza estiva, tra buon cibo, strade ben fatte, natura incantevole e gente ospitale. “Quello che abbiamo notato è che dopo il confine ti accorgi immediatamente di essere giunto in un altro Paese: nonostante questo tipo di spostamento sia ben più lento rispetto a quello aereo, ogni regione mostra subito la sua assoluta unicità“.
Dopo un così lungo e impervio tragitto, la coppia è così andata a rafforzare ulteriormente un rapporto di già tre anni e mezzo: la cosa più rilevante è senz’altro il fatto che non hanno mai litigato mentre erano per strada, cercando sempre di evitare di irritarsi a vicenda. “Siamo un’ottima squadra: Pieter è calmo e non ha mai paura – dice Mandy – io, invece, sono più impulsiva, però ho molta prontezza nel recuperare informazioni. In caso di difficoltà, ci siamo sempre capiti al volo“. Viaggiare, del resto, era sempre stato un argomento di conversazione da che si erano incontrati: la decisione di partire all’avventura in sella a una moto, però, non è scattata che a partire dall’anno scorso.
La scorsa estate, durante una gita in motocicletta, Pieter e Mandy sono giunti alla conclusione di dover capire cosa davvero volessero dalla vita. “Sapevamo che ciò avrebbe comportato qualcosa di veramente radicale“, dicono. Insoddisfatti a causa delle loro professioni e senza intenzione di avere figli nell’immediato, a Natale i due hanno capito di essere pronti per qualcosa di nuovo: “Volevamo più avventura e meno sicurezza, per far emergere noi stessi attraverso l’apertura a qualsiasi nuova possibilità“.