Parole intraducibili, ovvero: ma come parla la gente? A volte udiamo o leggiamo certe idiomi il cui significato è impossibile da cercare. Ci sono infatti parole intraducibili che esistono solo in una specifica lingua e non in altre. Allora direte: e come si fa a capirne il senso? Per spiegarle bisogna usare una frase complessa che rischia, però, di far perdere il significato originario. Perché ammettiamolo, alcune parole sono belle solo se dette in lingua originale.
L’artista inglese Marija Tiurina ha realizzato una serie di splendidi disegni in cui illustra le parole intraducibili che si trovano in lingue quali arabo, portoghese, giapponese, e ne dà il significato. Andiamo a dare un’occhiata.
Cafuné (brasiliano portoghese): L’atto di passare teneramente le dita tra i capelli di qualcuno.
Baku – shan (giapponese): una ragazza bellissima solo se vista da dietro.
Gufra (arabo): La quantità d’acqua che può essere tenuta in una mano.
Torschlusspanik (tedesco): La paura della chiusura di un cancello o metaforicamente la paura della diminuzione delle opportunità man mano che l’età avanza.
Tretar (svedese): Quando riempi una tazza di caffè per tre volte.
Duende (spagnolo): Il misterioso potere che un’opera d’arte trasmette alle persone per smuovere le loro emozioni.
Schlimazl (yiddish): Una persona cronicamente sfortunata.
Schadenfreude (tedesco): Il piacere derivato dalle sfortune altrui.
Tingo (rapanui): L’atto di farsi prestare tutti gli oggetti desiderati dalla casa di un amico.
Luftmensch (yiddish): Chi fa costantemente sogni ad occhi aperti.
L’appel duvide (francese): La chiamata del vuoto, l’urgenza di saltare da alti edifici.
Credits photo: dailybest.it